L'architetto Stefano Bruno, ideatore del "piano di recupero" del Centro di Scienze Naturali parla al settimanale Metropoli:
«Questo è un progetto per la citta e potrebbe permettere il suo rilancio economico. Non è un progetto faraonico, come qualcuno pensa, addirittura è stato definito piccolo dagli esperti, varie commissioni europee lo hanno visionato ed è piaciuto a tutte. La protesta dei vari comitati è un voler andare contro la città e contro il lavoro. Contro cosa si sta protestando? Contro un qualcosa che è ancora in fase di studio da parte dell'amministrazione comunale. La costruzione delle case in prossimità di via Coppola è solo una percentuale minima dell'intero progetto [...]. La casa colonica su cui andremmo ad intervenire è oggi una struttura fatiscente di 600 metri quadrati, troppo piccola anche solo per farci un laboratorio per animali [...]. I costi? L'unica soluzione possibile è trovare soldi dai privati attraverso opere di urbanizzazione. Se ci fossero stati i soldi le case non sarebbero state progettate, ma senza le case le proprietà non ci lasciano il terreno per costruire [...]. Se non procediamo a realizzare il progetto, il museo rischierà la chiusura e noi andremo a perdere un patrimonio scientifico unico in Italia. Non solo, si perderanno anche tante occasioni economiche e la possibilità di ospitare negli spazi didattici anche i costi di università scientifiche».
domenica 1 agosto 2010
L'architetto Bruno: «Il progetto non è faraonico, è piccolo...»
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