Fiorenzo Gei, direttore dimissionario del Centro di Scienze naturali di Galceti, scrive a Notizie di Prato:
Alle richieste dei giornalisti di ieri 28 settembre 2011 avevo risposto, a tutti, che preferivo evitare pubblicità sulle mie dimissioni; pubblicità che, alla fine, avrebbe solo riaperto vecchie ferite senza portare nulla di utile al Centro di Scienze Naturali.
Poco dopo, in Notizie di Prato, a chiusura dell’articolo dove si da notizia che il sottoscritto direttore del Csn si è dimesso dall’incarico leggiamo: “Fuori dall’ufficialità, però, ambienti della maggioranza di centrodestra sanno dare una lettura precisa di queste dimissioni inaspettate: “la situazione con Gei fosse compromessa lo si sapeva da qualche mese – commenta un consigliere comunale –. Evidentemente il CdA gli rimproverava un’eccessiva continuità col passato e pure una certa contiguità ideale con chi ha governato in passato la città e il Centro”. Da qui la pressione fortissima che si è tradotta nelle dimissioni poco spontanee e molto forzate di Gei. Che, secondo i detrattori, costava più di quanto rendeva: a fronte di un’indennità mensile di 2.500 euro al mese numerose sarebbero state le assenze al Centro”.
Intanto mi viene da chiedere se è deontologicamente giusto che un giornalista, pur di creare un articolo “pepato” pubblichi frasi provenienti da imprecisati “ ambienti della maggioranza di centrodestra” o da “un consigliere comunale”, il tutto rigorosamente anonimo, frasi tanto stupide, quanto offensive della dignità di colui al quale sono rivolte.
Ammesso quindi che effettivamente queste affermazioni abbiano la paternità che nello scritto viene indicata, quindi non siano illazioni dello scrivente tanto per rendere più interessante il suo articolo, sarebbe giusto che chi dice le cose, le sottoscriva.
Per favore, posso sapere chi ha detto quanto sopra?
Ma, per chiudere senza polemica e finirla qui, rispondo alle “accuse”.
• “In realtà che la situazione con Gei fosse compromessa lo si sapeva da qualche mese” . Vorrei ricordare che ho preso servizio come direttore del Csn esattamente 4 mesi e mezzo fa. Da quanti mesi, il consigliere comunale, sapeva di questi problemi?
• “Evidentemente il CdA gli rimproverava un’eccessiva continuità col passato”. Quando una persona prende possesso dell’ incarico direttivo di una struttura che non si conosce, occorre del tempo per capire cosa c’è da fare, cosa cambiare e provarci. Provarci perché non è detto che un cambiamento porti un miglioramento, soprattutto se fatto troppo in fretta, senza ben riflettere. Poi, mi chiedo, cosa avrei dovuto fare per evitare una continuità col passato? Dovevo dare polli arrosto ai cinghiali? O filetto ai ferri ai pitoni? Se ci sono troppe tartarughe, anziché ospitarle come in passato, avrei dovuto disfarmene? E in che modo? Il signor (ma non sono certo che di signore si tratti) consigliere, mi consigli!
• “… e pure una certa contiguità ideale con chi ha governato in passato la città e il Centro”. Questa mia contiguità ideale, ma non ho mai fatto politica attiva e nemmeno ho mai posseduto la tessera di un partito, era perfettamente conosciuta dal consiglio di amministrazione e dal suo presidente prima che mi chiedessero di accettare la carica di direttore. Detto questo: il mio era, è, un incarico tecnico: qualcuno immagina che ai Boa coscrictor interessi il fatto che io sia di sinistra anziché di destra? C’è chi pensa che i pini morenti per l’attacco del Matsucocco nel vedermi arrivare sarebbero stati meglio se mi avessero saputo berlusconiano o leghista?
• “Da qui la pressione fortissima che si è tradotta nelle dimissioni poco spontanee e molto forzate di Gei”. Nessuno ha chiesto le mie dimissioni e nessuno ha fatto pressione perché io le dessi. Dove, o da chi, colui che asserisce questo, ha saputo quanto afferma?
• “ … Gei. Che, secondo i detrattori, costava più di quanto rendeva: a fronte di un’indennità mensile di 2.500 euro al mese” . Chi sono i detrattori? Così è troppo facile! Ma veniamo al punto: Io non ho mai avuto un’indennità mensile di 2500 euro al mese! Né al netto, né al lordo. Chi parla si informi prima di dire scemenze che non gli fanno onore, né a lui, né a chi rappresenta.
• “ … numerose sarebbero state le assenze al Centro”. Questa è infamante e da querela. Se chi fa questa affermazione si ritiene degno di essere valutato come una “persona” si presenti e porti le prove. Io posso provare con centinaia di testimoni, compresi alcuni consiglieri di amministrazione del Csn che hanno passato molte delle loro ore al Centro, di non perso un solo giorno di lavoro. Anzi, per dirla tutta: nelle 5 settimane che vanno dal 1 agosto al 5 settembre sono stato presente al Csn sette giorni su sette avendo parte del personale in ferie e dovendo garantire alla struttura una presenza fissa e agli animali il pasto tutti i giorni. Ma forse certi ambienti e certi consiglieri questo non lo immaginano neppure.
Resta che ieri sera, mentre usciva questo articolo lesivo della mia persona io ero, insieme alla, veterinaria del Centro e a 5 volontari, a catturare un cervo che era uscito dal suo recinto. Da ieri mattina alle 7,30 circa, quando sono entrato al Csn, dopo essere andato al funerale di mons. Francioni e ad una conferenza di servizi, sempre per il Csn, in Provincia, sono rientrato a casa quasi alle 22. Poi, un imbecille, mi accusa di assenteismo!
Credo che certi “ambienti” e certi “consiglieri” non facciano onore alla loro parte politica, né a chi si rivolge a loro per consiglio.
Fiorenzo Gei a Notizie di Prato
giovedì 29 settembre 2011
Colpo di scena al Centro di scienze naturali di Galceti: si dimette il direttore Fiorenzo Gei. Bocche cucite sulle motivazioni
Una mossa a sorpresa, che ha causato un mezzo terremoto nel Centro di Scienze Naturali. Fiorenzo Gei si è dimesso da direttore, lasciando l’incarico ricevuto dalla nuova amministrazione appena sei mesi fa. Una scossa sismica, sulla quale però – con buona pace della vittima eccellente – nessuno ha intenzione di parlare. La presidente del consiglio d’amministrazione Pamela Bicchi è irreperibile, mentre Gei si trincera dietro ad un sostanziale silenzio sulle motivazioni che lo hanno spinto ad abbandonare il campo: “Non volevo che la notizia venisse pubblicizzata, ma purtroppo il Comune ha deciso senza darmi ascolto di diramare un comunicato ufficiale – spiega con l’unico accenno polemico –. Non ne sentivo la necessità dal momento che la mia figura verrà sostituita assicurando la continuità del lavoro”.
L’allusione è a Lisa Nardi, membro dell’organo esecutivo del Centro, che ha ricevuto dalla presidente Bicchi il mandato di sostituire Gei in maniera temporanea nelle funzioni direttive. Gei vuole evitare di aprire pubblicamente la stagione delle recriminazioni, lascia soltanto intravedere alcune divergenze di vedute fra il suo operato e le aspettative del consiglio d’amministrazione. “Se mi sono dimesso un motivo ci sarà – dice, scoprendo l’ovvio –. Speravo di lavorare in maniera diversa, quindi, appena mi sono reso conto che la situazione non era più sostenibile ho fatto un passo indietro”. Gesto, che diventa apparentemente ancora più incomprensibile se si pensa al lavoro rivendicato dall’ormai ex direttore: “Abbiamo fatto tantissime iniziative – dice – ma questo non è un mistero, visto che la stampa si è occupato dell’operato del Centro negli ultimi mesi. Posso dire in tutta franchezza usando una metafora che se quando ho cominciato a lavorare da direttore il Csn si trovava nella condizione peggiore, ovvero fermo a valle, adesso siamo a metà salita. Chi prenderà il mio posto, quindi, sarà messo nella condizione di ben operare e di poter raggiungere la vetta”. Fuori dall’ufficialità, però, ambienti della maggioranza di centrodestra sanno dare una lettura precisa di queste dimissioni inaspettate: “In realtà che la situazione con Gei fosse compromessa lo si sapeva da qualche mese – commenta un consigliere comunale –. Evidentemente il CdA gli rimproverava un’eccessiva continuità col passato e pure una certa contiguità ideale con chi ha governato in passato la città e il Centro”. Da qui la pressione fortissima che si è tradotta nelle dimissioni poco spontanee e molto forzate di Gei. Che, secondo i detrattori, costava più di quanto rendeva: a fronte di un’indennità mensile di 2.500 euro al mese numerose sarebbero state le assenze al Centro.
Fonte: Notizie di Prato
L’allusione è a Lisa Nardi, membro dell’organo esecutivo del Centro, che ha ricevuto dalla presidente Bicchi il mandato di sostituire Gei in maniera temporanea nelle funzioni direttive. Gei vuole evitare di aprire pubblicamente la stagione delle recriminazioni, lascia soltanto intravedere alcune divergenze di vedute fra il suo operato e le aspettative del consiglio d’amministrazione. “Se mi sono dimesso un motivo ci sarà – dice, scoprendo l’ovvio –. Speravo di lavorare in maniera diversa, quindi, appena mi sono reso conto che la situazione non era più sostenibile ho fatto un passo indietro”. Gesto, che diventa apparentemente ancora più incomprensibile se si pensa al lavoro rivendicato dall’ormai ex direttore: “Abbiamo fatto tantissime iniziative – dice – ma questo non è un mistero, visto che la stampa si è occupato dell’operato del Centro negli ultimi mesi. Posso dire in tutta franchezza usando una metafora che se quando ho cominciato a lavorare da direttore il Csn si trovava nella condizione peggiore, ovvero fermo a valle, adesso siamo a metà salita. Chi prenderà il mio posto, quindi, sarà messo nella condizione di ben operare e di poter raggiungere la vetta”. Fuori dall’ufficialità, però, ambienti della maggioranza di centrodestra sanno dare una lettura precisa di queste dimissioni inaspettate: “In realtà che la situazione con Gei fosse compromessa lo si sapeva da qualche mese – commenta un consigliere comunale –. Evidentemente il CdA gli rimproverava un’eccessiva continuità col passato e pure una certa contiguità ideale con chi ha governato in passato la città e il Centro”. Da qui la pressione fortissima che si è tradotta nelle dimissioni poco spontanee e molto forzate di Gei. Che, secondo i detrattori, costava più di quanto rendeva: a fronte di un’indennità mensile di 2.500 euro al mese numerose sarebbero state le assenze al Centro.
Fonte: Notizie di Prato
Il direttore del Centro di Scienze Naturali Fiorenzo Gei si è dimesso
Il Consiglio di Amministrazione del Centro di Scienze Naturali, rende noto che il Direttore Fiorenzo Gei ha rassegnato le proprie dimissioni, accettate dal Consiglio.
A seguito di ciò, ed in attesa della nomina del nuovo direttore, il CDA ha delegato la dott.ssa Lisa Nardi, membro del consiglio stesso, a svolgere le funzioni di direzione del centro.
Il Consiglio ringrazia il Direttore Fiorenzo Gei per il lavoro svolto e l'impegno profuso.
Fonte: Comune di Prato
A seguito di ciò, ed in attesa della nomina del nuovo direttore, il CDA ha delegato la dott.ssa Lisa Nardi, membro del consiglio stesso, a svolgere le funzioni di direzione del centro.
Il Consiglio ringrazia il Direttore Fiorenzo Gei per il lavoro svolto e l'impegno profuso.
Fonte: Comune di Prato
mercoledì 27 luglio 2011
Ampliamento Csn e ricomposizione convento di San Domenico, siglato l'accordo tra Comune e Diocesi
Il parco del Convento di Galceti, circa 43mila mq, è stato ceduto dalla Diocesi al Comune per ampliare l’area del Centro di Scienze Naturali; la palestra Etruria, circa 650 mq, è stata ceduta dal Comune alla Diocesi per ricomporre il Convento di San Domenico ed ospitare il Museo Diocesano d’Arte Sacra.
Si conclude positivamente, dopo anni d’indugi, la permuta tra il Comune e la Diocesi che permette da un lato di realizzare un tassello del Sistema dei Parchi, obiettivo del programma del sindaco Roberto Cenni, e dall’altro di arricchire il sistema museale della città con l’ampliamento del Museo d’Arte Sacra, obiettivo del Vescovo Gastone Simoni.
I terreni ceduti dalla Diocesi al Comune sono stimati 306mila euro. La palestra ceduta dal Comune alla Diocesi è stimata 550mila euro. Entrambe le stime sono state effettuate da un ente terzo: l’Agenzia del Territorio. La Diocesi verserà al Comune la somma di euro 244mila euro, pari alla differenza di valore dei due immobili.
Rimane di proprietà della Diocesi la parte dell'edificio dell'ex convento di Galceti attualmente occupata dal Centro di Scienze e la relativa Fondazione corrisponderà un affitto alla Diocesi.
Un accordo, si dice nell’ampia premessa, che “ A prescindere dal valore oggettivo dei beni, va a vantaggio della Città che, soprattutto negli ultimi tempi, con la ricchezza di opere d’arte antiche e recenti, punta sul turismo, e che con Galceti – Villa Fiorelli, Tiro a segno nazionale, Convento e CSN – porta del parco del Monteferrato, è per Prato un’oasi del tempo libero e della cultura, del ristoro dello spirito e della conoscenza della natura”.
L’Amministrazione comunale inizierà immediatamente ad attuare il progetto di riorganizzazione logistica ed ambientale del Centro di Scienze Naturali. Anche grazie alle nuove aree acquisite, prenderanno avvio entro l’anno i lavori per la realizzazione di un nuovo magazzino, di una copertura per i mezzi antincendio e dei nuovi servizi igienici del Centro.
Grande soddisfazione da parte del sindaco che ha definito questo accordo "Un altro passo nella direzione della città dei parchi e del centro storico recuperato e riqualificato, che sono due obiettivi strategici di questa Amministrazione".
Da parte sua il Vescovo Simoni ha parlato di "Un accordo che rappresenta un bene per la comunità civile di Prato" ed ha ringraziato tutti gli attori che hanno portato a questa felice conclusione "Raggiunta sia grazie alla spinta della nuova Amministrazione sia alla spinta voluta dalla Diocesi".
Pamela Bicchi, presidente del Csn, ha sottolineato "Come questa Amministrazione abbia con i fatti e non a parole posto fine agli indugi sul futuro del Centro di Scienze Naturali, ponendo basi solide per il rilancio del centro in un parco finalmente di proprietà della fondazione".
Si tratta in definitiva di un passo che si muove coerente con le linee guida indicate dal Consiglio scientifico cittadino in materia ambientale e con un deliberazione d’indirizzo recentemente adottata che indica, per la revisione del piano strutturale, la realizzazione di un sistema dei parchi all’interno del quale potenziare, collegare e rendere complementari le funzioni ecologiche e le aree naturali già esistenti.
Si conclude positivamente, dopo anni d’indugi, la permuta tra il Comune e la Diocesi che permette da un lato di realizzare un tassello del Sistema dei Parchi, obiettivo del programma del sindaco Roberto Cenni, e dall’altro di arricchire il sistema museale della città con l’ampliamento del Museo d’Arte Sacra, obiettivo del Vescovo Gastone Simoni.
I terreni ceduti dalla Diocesi al Comune sono stimati 306mila euro. La palestra ceduta dal Comune alla Diocesi è stimata 550mila euro. Entrambe le stime sono state effettuate da un ente terzo: l’Agenzia del Territorio. La Diocesi verserà al Comune la somma di euro 244mila euro, pari alla differenza di valore dei due immobili.
Rimane di proprietà della Diocesi la parte dell'edificio dell'ex convento di Galceti attualmente occupata dal Centro di Scienze e la relativa Fondazione corrisponderà un affitto alla Diocesi.
Un accordo, si dice nell’ampia premessa, che “ A prescindere dal valore oggettivo dei beni, va a vantaggio della Città che, soprattutto negli ultimi tempi, con la ricchezza di opere d’arte antiche e recenti, punta sul turismo, e che con Galceti – Villa Fiorelli, Tiro a segno nazionale, Convento e CSN – porta del parco del Monteferrato, è per Prato un’oasi del tempo libero e della cultura, del ristoro dello spirito e della conoscenza della natura”.
L’Amministrazione comunale inizierà immediatamente ad attuare il progetto di riorganizzazione logistica ed ambientale del Centro di Scienze Naturali. Anche grazie alle nuove aree acquisite, prenderanno avvio entro l’anno i lavori per la realizzazione di un nuovo magazzino, di una copertura per i mezzi antincendio e dei nuovi servizi igienici del Centro.
Grande soddisfazione da parte del sindaco che ha definito questo accordo "Un altro passo nella direzione della città dei parchi e del centro storico recuperato e riqualificato, che sono due obiettivi strategici di questa Amministrazione".
Da parte sua il Vescovo Simoni ha parlato di "Un accordo che rappresenta un bene per la comunità civile di Prato" ed ha ringraziato tutti gli attori che hanno portato a questa felice conclusione "Raggiunta sia grazie alla spinta della nuova Amministrazione sia alla spinta voluta dalla Diocesi".
Pamela Bicchi, presidente del Csn, ha sottolineato "Come questa Amministrazione abbia con i fatti e non a parole posto fine agli indugi sul futuro del Centro di Scienze Naturali, ponendo basi solide per il rilancio del centro in un parco finalmente di proprietà della fondazione".
Si tratta in definitiva di un passo che si muove coerente con le linee guida indicate dal Consiglio scientifico cittadino in materia ambientale e con un deliberazione d’indirizzo recentemente adottata che indica, per la revisione del piano strutturale, la realizzazione di un sistema dei parchi all’interno del quale potenziare, collegare e rendere complementari le funzioni ecologiche e le aree naturali già esistenti.
martedì 26 luglio 2011
Accordo Comune - Curia per l'ampliamento del Csn e ricomposizione del convento di S. Domenico
Si terrà mercoledì 27 luglio, alle 16,30 nella Sala Giunta di Palazzo Comunale, la conferenza stampa dal titolo: "Accordo Comune - Curia per l'ampliamento del Centro di scienze naturali e ricomposizione del convento di S. Domenico".
Parteciperanno il sindaco Roberto Cenni e S.E. Monsignor Gastone Simoni, Vescovo di Prato.
I colleghi giornalisti sono gentilmente invitati a partecipare.
Molto graditi fotografi ed operatori tv.
Parteciperanno il sindaco Roberto Cenni e S.E. Monsignor Gastone Simoni, Vescovo di Prato.
I colleghi giornalisti sono gentilmente invitati a partecipare.
Molto graditi fotografi ed operatori tv.
martedì 21 giugno 2011
Chiusura al pubblico del Centro di Scienze Naturali
Il Consiglio di Amministrazione del Centro di Scienze Naturali, riunitosi ieri sera, ha deliberato che il Centro rimarrà chiuso al pubblico per interventi di manutenzione ed adeguamento.
Sarà comunque possibile effettuare visite guidate su prenotazione.
Per informazioni contattare il numero 0574 460503.
Sarà comunque possibile effettuare visite guidate su prenotazione.
Per informazioni contattare il numero 0574 460503.
martedì 7 giugno 2011
Lago Borro e Lago Bardena, dubbi degli esperti sull’utilità dei due invasi. I residenti temono l’invasione di zanzare
Un laghetto non abbastanza profondo per servire le operazioni degli elicotteri antincendio, che funziona da specchio d’acqua per dare un punto di riferimento agli uccelli migratori e – involontariamente – a migliaia di zanzare. Se il Centro di scienze naturali sta vivendo sotto la nuova gestione un tentativo di ricostruzione partendo dalle macerie fumanti dell’inchiesta giudiziaria, la sua valle potrebbe vivere – insieme agli abitanti di Maliseti – un’aggressione senza precedenti al suo territorio. Due sono i progetti in campo: la realizzazione del lago Bardena e del lago Borro di Galceti. Col dono della sintesi, i lavori vorrebbero mettere insieme una palude artificiale – zona umida – con un canale di bonifica, nello stesso posto, il Bardena. Conciliare l’inconiciliabile sembra la missione. E neppure a modico prezzo. Analizzando le carte dell’ufficio tecnico si scopre che il compimento del Bardena, devo avvenire entro il prossimo 4 settembre, per la ragguardevole cifra di 290mila euro. L’utilità secondo il Comune è di creare una fonte di supporto in caso di emergenza idrica e di impiego in caso di incendi. Ad una condizione: il lago dovrà misurare in profondità quattro metri, mentre secondo le prime stime informali il Bardena si fermerà a due metri d’altezza. Quando andrà bene: i due metri si toccheranno bene in inverno, meno della metà nel pieno della stagione degli incendi, l’estate.
Il borro di Galceti in fatto di grattacapi procurati all’amministrazione comunale non è da meno. La gara d’appalto del 18 novembre dell’anno scorso si è conclusa con un’azienda vincitrice, scoperta essere sprovvista dei requisiti indispensabili per eseguire i lavori. La ricaduta economica? Centotrentamila euro. Sì, ma sono soldi di un finanziamento regionale: è la facile obiezione. Anche se un geologo avveduto come Giovanni Pratesi – membro del comitato scientifico del Centro di scienze naturali – in una relazione nero su bianco dubita che stavolta la spesa sia sensata. “I bacini d’espansione – scrive in data 8 aprile – vengono solitamente realizzati in aree che presentano una conformazione tale da ridurre al minimo le spese per la costruzione dell’opera – invece – nel caso specifico si renderebbe necessario un consistente sbancamento e susseguente movimentazione di terra”.
Già, la terra. Le immagini offerte dai trattori escavatori sono di cumuli di humus scalzati, segno della chiara vocazione agricola dell’area. Fosse solo questo il problema. Il guaio è che l’humus viene sacrificato per una zona umida, considerata dalla comunità scientifica – secondo il racconto di Pratesi – “unanimemente” di scarso interesse. Peggio ancora. Essendo paludoso il Bardena potrebbe diventare il paradiso artificiale di migliaia di zanzare, che logicamente eleggerebbero le vicine abitazioni di Maliseti riserva di caccia. “Sarebbe opportuno almeno ottenere una relazione di Gilberto Tozzi” è stata l’idea ad un certo punto di Pratesi. Del tutto appropriata peraltro.
Il Bardena è l’estratto di un progetto ben più ampio – una sorta di Disneyland zootecnica con dinosauri di plastica e villaggi di palafitte – dell’ex direttore del Csn generato sotto la giunta Romagnoli e approvato in via definitiva dalla giunta Cenni. Un buon motivo per assistere al silenzio bipartisan della politica, ma sul fronte della maggioranza qualcosa si sta muovendo. Giovedì scorso dietro la pressione del consigliere comunale dell’Udc Antonio Longo – che ha minacciato di sottoporlo in aula ad un’imbarazzante interrogazione – l’assessore all’ambiente Goffredo Borchi ha promesso lo stop dei lavori. Vero per il lago Borro, falso per il lago Bardena, dove gli scavi continuano sotto gli occhi vigili dei residenti di Maliseti.
Carlandrea Adam Poli - Notizie di Prato
Il borro di Galceti in fatto di grattacapi procurati all’amministrazione comunale non è da meno. La gara d’appalto del 18 novembre dell’anno scorso si è conclusa con un’azienda vincitrice, scoperta essere sprovvista dei requisiti indispensabili per eseguire i lavori. La ricaduta economica? Centotrentamila euro. Sì, ma sono soldi di un finanziamento regionale: è la facile obiezione. Anche se un geologo avveduto come Giovanni Pratesi – membro del comitato scientifico del Centro di scienze naturali – in una relazione nero su bianco dubita che stavolta la spesa sia sensata. “I bacini d’espansione – scrive in data 8 aprile – vengono solitamente realizzati in aree che presentano una conformazione tale da ridurre al minimo le spese per la costruzione dell’opera – invece – nel caso specifico si renderebbe necessario un consistente sbancamento e susseguente movimentazione di terra”.
Già, la terra. Le immagini offerte dai trattori escavatori sono di cumuli di humus scalzati, segno della chiara vocazione agricola dell’area. Fosse solo questo il problema. Il guaio è che l’humus viene sacrificato per una zona umida, considerata dalla comunità scientifica – secondo il racconto di Pratesi – “unanimemente” di scarso interesse. Peggio ancora. Essendo paludoso il Bardena potrebbe diventare il paradiso artificiale di migliaia di zanzare, che logicamente eleggerebbero le vicine abitazioni di Maliseti riserva di caccia. “Sarebbe opportuno almeno ottenere una relazione di Gilberto Tozzi” è stata l’idea ad un certo punto di Pratesi. Del tutto appropriata peraltro.
Il Bardena è l’estratto di un progetto ben più ampio – una sorta di Disneyland zootecnica con dinosauri di plastica e villaggi di palafitte – dell’ex direttore del Csn generato sotto la giunta Romagnoli e approvato in via definitiva dalla giunta Cenni. Un buon motivo per assistere al silenzio bipartisan della politica, ma sul fronte della maggioranza qualcosa si sta muovendo. Giovedì scorso dietro la pressione del consigliere comunale dell’Udc Antonio Longo – che ha minacciato di sottoporlo in aula ad un’imbarazzante interrogazione – l’assessore all’ambiente Goffredo Borchi ha promesso lo stop dei lavori. Vero per il lago Borro, falso per il lago Bardena, dove gli scavi continuano sotto gli occhi vigili dei residenti di Maliseti.
Carlandrea Adam Poli - Notizie di Prato
mercoledì 4 maggio 2011
Bicchi a La Nazione: «Scelta la nuova sede del Csn»
Pamela Bicchi, neopresidente della Fondazione Csn, ha risposto ad alcune domande formulate dai lettori de "La Nazione".
E' vero che il Csn cambierà sede? (Gianna, Prato)
«E' una bella rogna... ma sì, esiste una trattativa lunga, portata avanti dagli Enti interessati: Comune e Curia. Il Csn è una pedina, ma la partita la giocano loro. Diciamo una cosa chiara: il Csn è fatiscente, inadeguato, pieno di barriere architettoniche. E poi c'è poco da discutere: la Curia rivuole la sua proprietà. Quindi ci saranno dei cambiamenti importanti: prima di tutto, diciamo grazie al grande lavoro dell'architetto Centauro e dei tecnici che porteranno avanti il progetto che riguarda gli esterni. Risistemeremo e rimetteremo a norma gabbie, volieri, recinti. Poi ci sarà il trasloco del centro direzionale del Csn, che sarà spostato nel "Foyer europeo" in legno, nella parte di proprietà comunale che oggi non è accessibile al pubblico. E comunque non siamo per dei lavori molto invasivi, valorizzeremo l'esistente, senza cambiare troppo. Un principio deve essere chiaro: una parte del parco deve rimanere ai pratesi. Un'idea mi piacerebbe realizzarla: un'aula didattica chiusa, utilizzabile anche d'inverno...»
Cosa ne sarà del bel museo di Galceti? (Filippo, Montemurlo)
«Lei tocca un tasto delicato. E' un problema. E' in corso una trattativa con i privatiper la colonica vicino al centro, sarebbe la sua sede naturale, permetterebbe anche un incremento turistico. Spero che la proprietà si metta la mano sul cuore: la città ha bisogno di segnali importanti. Comunque, nel frattempo, abbiamo preso in esame la possibilità di spostare temporaneamente il museo in centro, solo per il tempo necessario. Non è la collocazione ideale, ma bisogna fare di necessità virtù...»
E' vero che il Csn cambierà sede? (Gianna, Prato)
«E' una bella rogna... ma sì, esiste una trattativa lunga, portata avanti dagli Enti interessati: Comune e Curia. Il Csn è una pedina, ma la partita la giocano loro. Diciamo una cosa chiara: il Csn è fatiscente, inadeguato, pieno di barriere architettoniche. E poi c'è poco da discutere: la Curia rivuole la sua proprietà. Quindi ci saranno dei cambiamenti importanti: prima di tutto, diciamo grazie al grande lavoro dell'architetto Centauro e dei tecnici che porteranno avanti il progetto che riguarda gli esterni. Risistemeremo e rimetteremo a norma gabbie, volieri, recinti. Poi ci sarà il trasloco del centro direzionale del Csn, che sarà spostato nel "Foyer europeo" in legno, nella parte di proprietà comunale che oggi non è accessibile al pubblico. E comunque non siamo per dei lavori molto invasivi, valorizzeremo l'esistente, senza cambiare troppo. Un principio deve essere chiaro: una parte del parco deve rimanere ai pratesi. Un'idea mi piacerebbe realizzarla: un'aula didattica chiusa, utilizzabile anche d'inverno...»
Cosa ne sarà del bel museo di Galceti? (Filippo, Montemurlo)
«Lei tocca un tasto delicato. E' un problema. E' in corso una trattativa con i privatiper la colonica vicino al centro, sarebbe la sua sede naturale, permetterebbe anche un incremento turistico. Spero che la proprietà si metta la mano sul cuore: la città ha bisogno di segnali importanti. Comunque, nel frattempo, abbiamo preso in esame la possibilità di spostare temporaneamente il museo in centro, solo per il tempo necessario. Non è la collocazione ideale, ma bisogna fare di necessità virtù...»
venerdì 29 aprile 2011
Finisce l'era Tozzi. Fiorenzo Gei nuovo direttore del CSN
Finisce in maniera ufficiale l’era Tozzi al Centro di scienze naturali di Galceti. Fiorenzo Gei, ex insegnante pratese di tecniche di laboratorio alle scuole superiori, sostituirà infatti Gilberto Tozzi alla direzione del Csn. Lo ha deciso il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione che sovraintende al parco naturale.
Il cambio della guardia avviene dopo oltre quarant’anni di direzione di Gilberto Tozzi, fondatore del Csn, finito al centro di uno scandalo che la scorsa estate ha visto aprire un fascicolo di indagine contro di lui per esercizio abusivo della professione veterinaria. Il nuovo Cda della fondazione, nominato a gennaio e guidato dal presidente Pamela Bicchi, ha cercato di tracciare una nuova rotta: dopo tre mesi di consultazioni e programmi è arrivato il nome del nuovo direttore, Fiorenzo Gei, che stava ricoprendo il ruolo di consigliere nel nuovo CdA. Il presidente Pamela Bicchi parla di ”passaggio epocale, dopo una gestione che dura dalla nascita del centro stesso”. Poi spiega: ”Senza i signori Tozzi noi adesso non saremmo qui a parlare del Csn e del suo futuro. Dobbiamo necessariamente ricordare che il Csn appartiene alla città”. Pamela Bicchi non vuole entrare nel merito dell’inchiesta per rispettare la magistrature e le parti, ma riguardo al passato spiega: ”Questo nuovo Consiglio si trova a dover traghettare il centro in questa nuova fase della sua storia, fase che richiede obbligatoriamente coraggio, scelte precise ed a volte anche dolorose. Sì, perché è chiaro a tutti noi, come questa vera e propria istituzione abbia sofferto purtroppo di un male comune riscontrato anche in altre parti importanti della città; l’esser stata lasciata da sola”. Fonte: Notizie di Prato
Il cambio della guardia avviene dopo oltre quarant’anni di direzione di Gilberto Tozzi, fondatore del Csn, finito al centro di uno scandalo che la scorsa estate ha visto aprire un fascicolo di indagine contro di lui per esercizio abusivo della professione veterinaria. Il nuovo Cda della fondazione, nominato a gennaio e guidato dal presidente Pamela Bicchi, ha cercato di tracciare una nuova rotta: dopo tre mesi di consultazioni e programmi è arrivato il nome del nuovo direttore, Fiorenzo Gei, che stava ricoprendo il ruolo di consigliere nel nuovo CdA. Il presidente Pamela Bicchi parla di ”passaggio epocale, dopo una gestione che dura dalla nascita del centro stesso”. Poi spiega: ”Senza i signori Tozzi noi adesso non saremmo qui a parlare del Csn e del suo futuro. Dobbiamo necessariamente ricordare che il Csn appartiene alla città”. Pamela Bicchi non vuole entrare nel merito dell’inchiesta per rispettare la magistrature e le parti, ma riguardo al passato spiega: ”Questo nuovo Consiglio si trova a dover traghettare il centro in questa nuova fase della sua storia, fase che richiede obbligatoriamente coraggio, scelte precise ed a volte anche dolorose. Sì, perché è chiaro a tutti noi, come questa vera e propria istituzione abbia sofferto purtroppo di un male comune riscontrato anche in altre parti importanti della città; l’esser stata lasciata da sola”. Fonte: Notizie di Prato
venerdì 18 febbraio 2011
Borchi al Metastasio risponde ad una domanda sul CSN
Goffredo Parretti, Luca Tofani e Luciana Becherini chiedono: Cosa ne sarà dell’area del Centro di Scienze Naturali di Galceti. Perché cementificarla? E’ aperto un cantiere per la costruzione di bifamiliari, perché è stata scelta questa direzione?
L'Assessore all’Ambiente Goffredo Borchi ha risposto così: “Ecco un’altra questione su cui prevale una cattiva informazione, anzi una volontà precisa di fare cattiva informazione. E’ bene ricordare che il progetto per il parco di Galceti che oggi incute timori, fu presentato alla giunta Romagnoli, vagilato dall’amministrazione Romagnoli, bocciato dalla Commissione consiliare della quale io e l’attuale assessore all’Urbanistica Gianni Cenni facevamo parte, naturalmente all’opposizione. Un progetto, insomma, morto e sepolto. La nostra intenzione è stata anzitutto quella di capire, approfondire e valutare le vere intenzioni dei vari proprietari che stanno intorno all’area. Per fare questo è stato aperto un tavolo che, dopo svariati incontri, è stato chiuso praticamente con un nulla di fatto. Ora si sta lavorando ad una ipotesi minore rispetto a quella iniziale, con cui si potrà dare nuova vita al Centro di Scienze Naturali che ha molti bisogni. E’ al vaglio un lavoro di ricucitura di aspetti che nel tempo si sono degradati e mi riferisco anche al museo e alla struttura. Tra l’altro si tratta di una proprietà della Curia la quale ci chiede di tornarne in possesso e quindi c’è da spostare il Centro e già abbiamo individuato almeno un’alternativa su una proprietà comunale”.
L'Assessore all’Ambiente Goffredo Borchi ha risposto così: “Ecco un’altra questione su cui prevale una cattiva informazione, anzi una volontà precisa di fare cattiva informazione. E’ bene ricordare che il progetto per il parco di Galceti che oggi incute timori, fu presentato alla giunta Romagnoli, vagilato dall’amministrazione Romagnoli, bocciato dalla Commissione consiliare della quale io e l’attuale assessore all’Urbanistica Gianni Cenni facevamo parte, naturalmente all’opposizione. Un progetto, insomma, morto e sepolto. La nostra intenzione è stata anzitutto quella di capire, approfondire e valutare le vere intenzioni dei vari proprietari che stanno intorno all’area. Per fare questo è stato aperto un tavolo che, dopo svariati incontri, è stato chiuso praticamente con un nulla di fatto. Ora si sta lavorando ad una ipotesi minore rispetto a quella iniziale, con cui si potrà dare nuova vita al Centro di Scienze Naturali che ha molti bisogni. E’ al vaglio un lavoro di ricucitura di aspetti che nel tempo si sono degradati e mi riferisco anche al museo e alla struttura. Tra l’altro si tratta di una proprietà della Curia la quale ci chiede di tornarne in possesso e quindi c’è da spostare il Centro e già abbiamo individuato almeno un’alternativa su una proprietà comunale”.
venerdì 11 febbraio 2011
Istituito il Consiglio scientifico per la tutela e lo sviluppo dei parchi
E' stato istituito il Consiglio scientifico cittadino per la tutela e lo sviluppo dei parchi: ne faranno parte, in questa prima fase, undici esperti "nel campo delle scienze naturali e della terra, dell’architettura e del paesaggio, dell’archeologia e della land art", che opereranno in stretta collaborazione fra loro e con gli uffici comunali preposti e, in particolare, con il sindaco e l’assessore all’Ambiente.
L'istituzione del nuovo organismo è stata deliberata dalla Giunta comunale interessata a dotarsi del supporto di un autorevole e competente gruppo di esperti che possano interagire con l’Amministrazione Comunale, sia a livello consultivo che operativo, nella gestione per la salvaguardia, la promozione e la valorizzazione delle aree verdi del territorio.
"Il territorio comunale di Prato - ha spiegato il vice-sindaco e assessore all'Abiente Goffredo Borchi -, oltre alle valenze socio-economiche che lo hanno connotato come distretto industriale primario nel panorama nazionale, è caratterizzato da un diffuso patrimonio ambientale e storico-paesaggistico che si concretizza in un articolato sistema di parchi. Per consentire lo sviluppo di tutte le attività che in queste aree possono essere intraprese abbiamo sentito l'esigenza di avvalerci del supporto di un gruppo di esperti in grado di preservare e valorizzare il rilevante interesse naturalistico, agro-rurale, archeologico e storico del nostro patrimonio ambientale".
Il Consiglio scientifico opererà a supporto dell’intero sistema dei parchi municipali che comprende le aree protette del parco delle Cascine di Tavola, del Monteferrato e della Calvana, l’ambito territoriale di Gonfienti e il parco fluviale del Bisenzio, tutte aree che presentano caratteristiche differenziate sia da un punto di vista morfologico- paesaggistico che storico- culturale, sia per la flora e fauna presenti.
A questi ambiti territoriali già istituzionalizzati, o in corso di istituzionalizzazione, come l’area archeologica di Gonfienti e il parco fluviale del Bisenzio, si aggiungeranno altri territori di non inferiore rilevanza quali l’oasi naturalistica e faunistica delle Pantanelle, il museo della Pace e il museo all’aperto dell’Arte e della Sculture che dovrà sorgere a Prato Est in prossimità del centro d’Arte Contemporanea, e altri che potranno aggiungersi per la riqualificazione e la rigenerazione ambientale ed artistica del territorio pratese. In questi luoghi la presenza di installazioni e opere d’arte assumerà un ruolo strategico per la valorizzazione degli stessi parchi.
Agli esperti del Consiglio scientifico spetterà il compito di svolgere attività di di studio e monitoraggio, di ricerca e di analisi, di indirizzo, relative alle problematiche di carattere ambientale, territoriale, storico-artistico, culturale, archeologico, naturalistico e per la difesa della flora e fauna. Non percepiranno alcuna indennità, ma si prevede un rimborso spese.
I componenti del consiglio sono nominati dal sindaco. Questi i nominativi di coloro che ne faranno parte: Marco Bastogi (geologo), Federico Maetzke (forestale), Giovanni Pratesi (geologo), Andrea Passini (scienze naturali), Fiorenzo Gei (chimico/speleologo), Giuseppe Centauro (architetto, paesaggista, storico del territorio e conservatore), Maurizio Marinozzi (veterinario), Giuliano Gori (collezionista ed esperto d'arte), Francesco Cervasio (ricercatore universitario), Michelangelo Zecchini (archeologo),Christian Corda (matematico, fisico). La durata in carica del Consiglio corrisponde alla durata del mandato del sindaco.
L'istituzione del nuovo organismo è stata deliberata dalla Giunta comunale interessata a dotarsi del supporto di un autorevole e competente gruppo di esperti che possano interagire con l’Amministrazione Comunale, sia a livello consultivo che operativo, nella gestione per la salvaguardia, la promozione e la valorizzazione delle aree verdi del territorio.
"Il territorio comunale di Prato - ha spiegato il vice-sindaco e assessore all'Abiente Goffredo Borchi -, oltre alle valenze socio-economiche che lo hanno connotato come distretto industriale primario nel panorama nazionale, è caratterizzato da un diffuso patrimonio ambientale e storico-paesaggistico che si concretizza in un articolato sistema di parchi. Per consentire lo sviluppo di tutte le attività che in queste aree possono essere intraprese abbiamo sentito l'esigenza di avvalerci del supporto di un gruppo di esperti in grado di preservare e valorizzare il rilevante interesse naturalistico, agro-rurale, archeologico e storico del nostro patrimonio ambientale".
Il Consiglio scientifico opererà a supporto dell’intero sistema dei parchi municipali che comprende le aree protette del parco delle Cascine di Tavola, del Monteferrato e della Calvana, l’ambito territoriale di Gonfienti e il parco fluviale del Bisenzio, tutte aree che presentano caratteristiche differenziate sia da un punto di vista morfologico- paesaggistico che storico- culturale, sia per la flora e fauna presenti.
A questi ambiti territoriali già istituzionalizzati, o in corso di istituzionalizzazione, come l’area archeologica di Gonfienti e il parco fluviale del Bisenzio, si aggiungeranno altri territori di non inferiore rilevanza quali l’oasi naturalistica e faunistica delle Pantanelle, il museo della Pace e il museo all’aperto dell’Arte e della Sculture che dovrà sorgere a Prato Est in prossimità del centro d’Arte Contemporanea, e altri che potranno aggiungersi per la riqualificazione e la rigenerazione ambientale ed artistica del territorio pratese. In questi luoghi la presenza di installazioni e opere d’arte assumerà un ruolo strategico per la valorizzazione degli stessi parchi.
Agli esperti del Consiglio scientifico spetterà il compito di svolgere attività di di studio e monitoraggio, di ricerca e di analisi, di indirizzo, relative alle problematiche di carattere ambientale, territoriale, storico-artistico, culturale, archeologico, naturalistico e per la difesa della flora e fauna. Non percepiranno alcuna indennità, ma si prevede un rimborso spese.
I componenti del consiglio sono nominati dal sindaco. Questi i nominativi di coloro che ne faranno parte: Marco Bastogi (geologo), Federico Maetzke (forestale), Giovanni Pratesi (geologo), Andrea Passini (scienze naturali), Fiorenzo Gei (chimico/speleologo), Giuseppe Centauro (architetto, paesaggista, storico del territorio e conservatore), Maurizio Marinozzi (veterinario), Giuliano Gori (collezionista ed esperto d'arte), Francesco Cervasio (ricercatore universitario), Michelangelo Zecchini (archeologo),Christian Corda (matematico, fisico). La durata in carica del Consiglio corrisponde alla durata del mandato del sindaco.
martedì 25 gennaio 2011
Pamela Bicchi è la nuova presidente del Centro di Scienze naturali di Galceti
E' Pamela Bicchi, consigliera circoscrizionale del Quartiere sud nelle file del Pdl, la nuova presidente del Centro di Scienze naturali di Galceti. La nomina è stata fatta oggi dal sindaco Roberto Cenni, che ha designato anche gli altri quattro rappresentanti del Comune che siederanno nel consiglio di amministrazione della fondazione in qualità di consiglieri: Roberto Agostini, Fiorenzo Gei, Mauro Lazzeri e Nicola Longo.
Pamela Bicchi, nata a Prato, ha 41 anni, è perito chimico-industriale e lavora presso un'azienda tessile pratese. In passato ha ricoperto un incarico anche per la Facoltà di Chimica dell'Università di Firenze. Si è candidata per la prima volta nelle elezioni comunali del 2009 venendo eletta consigliera della Circoscrizione sud. Tra gli hobby, è un'esperta di enogastronomia ed è sommelier degustatore ufficiale.
Pamela Bicchi, nata a Prato, ha 41 anni, è perito chimico-industriale e lavora presso un'azienda tessile pratese. In passato ha ricoperto un incarico anche per la Facoltà di Chimica dell'Università di Firenze. Si è candidata per la prima volta nelle elezioni comunali del 2009 venendo eletta consigliera della Circoscrizione sud. Tra gli hobby, è un'esperta di enogastronomia ed è sommelier degustatore ufficiale.
lunedì 24 gennaio 2011
Cenni: «La sede del Csn in una colonica a Galceti». Una semplice domanda...
Sull'edizione di sabato 22 gennaio del quotidiano "La Nazione", sempre ben informato sulle intenzioni dell'attuale amministrazione comunale, in una box a pagina 4 si riportano alcune considerazioni del sindaco Cenni: «La Curia chiede che siano liberati i locali dove il Csn ha sede adesso, potremmo spostare tutto in una colonica contigua, di proprietà Ciabatti. E' meglio utilizzare i volumi vecchi già esistenti».
Il direttore del Csn Gilberto Tozzi, nello stesso articolo, ha commentato positivamente la proposta: «Sarebbe la migliore collocazione, anche in relazione al progetto di porre il nostro museo nel sottosuolo dei terreni adiacenti la colonica, perché tutto il materiale non potrebbe trovare posto nella struttura indicata».
Come comitato "Per Maliseti. No cemento!" non possiamo che condividere l'affermazione "è meglio utilizzare i volumi vecchi già esistenti"; d'altra parte, se l'intenzione del Comune è riadattare a museo una colonica di proprietà privata, è lecito domandarsi come questo possa avvenire:
a) tramite l'istituto giuridico dell'esproprio per pubblica utilità, in virtù del quale la pubblica amministrazione può acquisire la proprietà di un bene, indipendentemente dalla volontà del suo proprietario, previo pagamento di un indennizzo;
b) tramite contratto di comodato o di locazione tra i proprietari della colonica e la Fondazione Csn, con oneri di ristrutturazione a carico del Comune di Prato;
c) tramite "baratto" con i proprietari della colonica, disposti a cedere la stessa per ottenere il cambio di destinazione d'uso, da agricolo a edificabile, dei terreni tra via Coppola, via del Gorello, e via San Martino per Galceti. Ci risulta che l'ultima versione del progetto allo studio dell'amministrazione comunale preveda in questi terreni la realizzazione di costruzioni per 40mila metri cubi di cemento; tale progetto, firmato anche dall'ambientalista Tozzi, comprometterebbe per sempre uno dei patrimoni ambientali e paesaggistici della città ed avrebbe conseguenze devastanti sul piano della viabilità e della qualità della vita nella frazione di Maliseti.
Il Comitato "Per Maliseti. No cemento!" continuerà a promuovere ogni iniziativa utile e necessaria finalizzata a contrastare il progetto di realizzazione di nuove costruzioni nei terreni attualmente a destinazione agricola ai piedi del Monteferrato compresi tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti. L’area deve mantenere la sua connotazione agricola: non un solo metro cubo di cemento deve intaccare uno degli ultimi corridoi ecologici salvavita rimasti in una piana già densamente urbanizzata.
Il direttore del Csn Gilberto Tozzi, nello stesso articolo, ha commentato positivamente la proposta: «Sarebbe la migliore collocazione, anche in relazione al progetto di porre il nostro museo nel sottosuolo dei terreni adiacenti la colonica, perché tutto il materiale non potrebbe trovare posto nella struttura indicata».
Come comitato "Per Maliseti. No cemento!" non possiamo che condividere l'affermazione "è meglio utilizzare i volumi vecchi già esistenti"; d'altra parte, se l'intenzione del Comune è riadattare a museo una colonica di proprietà privata, è lecito domandarsi come questo possa avvenire:
a) tramite l'istituto giuridico dell'esproprio per pubblica utilità, in virtù del quale la pubblica amministrazione può acquisire la proprietà di un bene, indipendentemente dalla volontà del suo proprietario, previo pagamento di un indennizzo;
b) tramite contratto di comodato o di locazione tra i proprietari della colonica e la Fondazione Csn, con oneri di ristrutturazione a carico del Comune di Prato;
c) tramite "baratto" con i proprietari della colonica, disposti a cedere la stessa per ottenere il cambio di destinazione d'uso, da agricolo a edificabile, dei terreni tra via Coppola, via del Gorello, e via San Martino per Galceti. Ci risulta che l'ultima versione del progetto allo studio dell'amministrazione comunale preveda in questi terreni la realizzazione di costruzioni per 40mila metri cubi di cemento; tale progetto, firmato anche dall'ambientalista Tozzi, comprometterebbe per sempre uno dei patrimoni ambientali e paesaggistici della città ed avrebbe conseguenze devastanti sul piano della viabilità e della qualità della vita nella frazione di Maliseti.
Il Comitato "Per Maliseti. No cemento!" continuerà a promuovere ogni iniziativa utile e necessaria finalizzata a contrastare il progetto di realizzazione di nuove costruzioni nei terreni attualmente a destinazione agricola ai piedi del Monteferrato compresi tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti. L’area deve mantenere la sua connotazione agricola: non un solo metro cubo di cemento deve intaccare uno degli ultimi corridoi ecologici salvavita rimasti in una piana già densamente urbanizzata.
martedì 11 gennaio 2011
Sarà la volta buona?
Mercoledì 2 febbraio alle ore 11:00 è stato fissato un nuovo appuntamento con il Vicesindaco del Comune di Prato Goffredo Borchi.
Intanto questa mattina una delegazione formata dai rappresentanti dei comitati "Per Maliseti. No cemento!" e "Galceti no cemento" è stata ricevuta a Palazzo Novellucci da Alessio Beltrame, Assessore provinciale al Territorio e pianificazione urbanistica ed alla Valorizzazione delle risorse naturali e aree protette. Un incontro costruttivo nel quale si è parlato delle competenze della Provincia sui temi della pianificazione urbanistica.
Intanto questa mattina una delegazione formata dai rappresentanti dei comitati "Per Maliseti. No cemento!" e "Galceti no cemento" è stata ricevuta a Palazzo Novellucci da Alessio Beltrame, Assessore provinciale al Territorio e pianificazione urbanistica ed alla Valorizzazione delle risorse naturali e aree protette. Un incontro costruttivo nel quale si è parlato delle competenze della Provincia sui temi della pianificazione urbanistica.
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