A pochi giorni dalla costituzione del Comitato “Per Maliseti. No cemento!”, la nostra iniziativa ha già prodotto un primo risultato: sensibilizzare la cittadinanza e l’opinione pubblica su un progetto di cementificazione (60mila metricubi di nuove costruzioni) – il cui iter era cominciato già nel 2007 – riproposto recentemente in occasione della presentazione dei dati sull’attività 2009 del Centro di Scienze Naturali.
Tutti contrari alla cementificazione. Registriamo con soddisfazione il coro di voci unanime e bipartisan levatosi contro il progetto di lottizzazione dell’area agricola compresa tra Maliseti e Galceti. Sono intervenute schierandosi pubblicamente contro il progetto forze politiche di maggioranza (ultima la Lega Nord) e di opposizione in consiglio comunale; netta è stata anche la presa di posizione delle Circoscrizioni direttamente interessate («no al “ricatto” edificatorio»).
Lo stesso presidente della Fondazione CSN, Massimo Calissi, ha affermato che «il futuro del CSN non si risolve cementificando, il progetto di Bioarkt non ci è mai piaciuto». Soprattutto si sono mobilitati i cittadini e le realtà associative, tutti insieme per difendere l’identità e la qualità della vita nella nostra frazione, come dimostrano le oltre mille firme raccolte, le centinaia di post sui vari blog e social network e la partecipazione all’assemblea pubblica promossa dal Comitato.
Chiesto un incontro al Sindaco. Come Comitato abbiamo chiesto un incontro al Sindaco di Prato Roberto Cenni, per conoscere l’orientamento della giunta comunale sui due progetti, quello di sistemazione ed ampliamento del CSN, giudicato sproporzionato dallo stesso Assessore all’ambiente Goffredo Borchi («Non c’è alcuna necessità di fare un investimento così forte») e quello di lottizzazione a Maliseti.
Al Sindaco riporteremo all’amministrazione comunale la posizione dei cittadini: sì al miglioramento del CSN, ricercando forme di finanziamento regionali, europee e se necessario attraverso l’istituto giuridico dell’espropriazione per pubblica utilità, un netto no a nuove costruzioni nell’area agricola a ridosso del Monteferrato.
Comitato “Per Maliseti. No cemento!”
venerdì 26 febbraio 2010
«La pianificazione urbana non può essere fatta barattando "creative" speculazioni edilizie»
Riportiamo la nota pubblicata su Facebook da Francesco Rossetti, architetto:
Il titolo di questa nota direbbe già tutto, ma voglio ampliare un po' il concetto. Durante queste ultime settimane è balzato agli occhi dell'opinione pubblica pratese il progetto di ampliamento del Centro di Scienze Naturali che dovrebbe essere realizzato da alcuni privati con lo scambio di capacità edificatoria su terreni di cui gli stessi privati sono proprietari. Un'operazione che consentirebbe di rendere edificabili terreni che attualmente hanno una destinazione urbanistica agricola e sui quali l'attuale piano regolatore non prevede nulla.
Tutta l'operazione viene propagandata come esempio di urbanistica perequativa e cioè dando per scontato che esista una normativa in vigore che definisca come utilizzare la disciplina della cd perequazione urbanistica. Dobbiamo però ricordare che la legge urbanistica regionale della Toscana (L.R. 1/05), che regola tutto il processo pianificatorio, urbanistico ed edilizio sul trerritorio regionale, in merito alla perequazione urbanistica all'art. 60 dice solamente 3 cose e cioè:
1. La perequazione urbanistica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi individuati dagli strumenti della pianificazione territoriale ed alla equa distribuzione dei diritti edificatori per tutte le proprietà immobiliari ricomprese in ambiti oggetto di trasformazione urbanistica.
2. La distribuzione dei diritti edificatori è effettuata in base alle limitazioni all’edificabilità derivanti dagli strumenti della pianificazione territoriale e dagli atti di governo del territorio.
3. La distribuzione dei diritti edificatori di cui al comma 2 tiene conto anche delle condizioni fisiche del territorio nonché dei vincoli derivanti dalle leggi in vigore. E' del tutto evidente quindi che non c'è una normativa di riferimento in tema di perequazione, ma solo un indirizzo generale finalizzato comunque sempre a perseguire obbiettivi individuati dalla pianificazione territoriale, come infatti sancito nel comma 1.
A questo punto è legittimo chiedersi perchè si voglia far passare come perequativo un intervento di variante al piano strutturale che nessuno strumento pianificatorio territoriale aveva mai previsto. Mi chiedo quale città sarà quella dove l'interesse di pochi viene contrattato dagli amministratori in cambio di opere pubbliche non rientranti in un progetto complessivo coordinato e che si sviluppi sulla base di priorità.
Se davvero c'è bisogno di realizzare nuove abitazioni e di costruire nuovi quartieri e se si ritiene che il Piano regolatore vigente sia superato, allora si devono adottare nuovi strumenti di pianificazione. Approvando progetti del genere si rischia solamente di fare della pianificazione urbanistica carta straccia, consegnando il territorio urbano non ancora edificato ad una sorte sicura di cementificazione "creativa". A noi la scelta.
Il titolo di questa nota direbbe già tutto, ma voglio ampliare un po' il concetto. Durante queste ultime settimane è balzato agli occhi dell'opinione pubblica pratese il progetto di ampliamento del Centro di Scienze Naturali che dovrebbe essere realizzato da alcuni privati con lo scambio di capacità edificatoria su terreni di cui gli stessi privati sono proprietari. Un'operazione che consentirebbe di rendere edificabili terreni che attualmente hanno una destinazione urbanistica agricola e sui quali l'attuale piano regolatore non prevede nulla.
Tutta l'operazione viene propagandata come esempio di urbanistica perequativa e cioè dando per scontato che esista una normativa in vigore che definisca come utilizzare la disciplina della cd perequazione urbanistica. Dobbiamo però ricordare che la legge urbanistica regionale della Toscana (L.R. 1/05), che regola tutto il processo pianificatorio, urbanistico ed edilizio sul trerritorio regionale, in merito alla perequazione urbanistica all'art. 60 dice solamente 3 cose e cioè:
1. La perequazione urbanistica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi individuati dagli strumenti della pianificazione territoriale ed alla equa distribuzione dei diritti edificatori per tutte le proprietà immobiliari ricomprese in ambiti oggetto di trasformazione urbanistica.
2. La distribuzione dei diritti edificatori è effettuata in base alle limitazioni all’edificabilità derivanti dagli strumenti della pianificazione territoriale e dagli atti di governo del territorio.
3. La distribuzione dei diritti edificatori di cui al comma 2 tiene conto anche delle condizioni fisiche del territorio nonché dei vincoli derivanti dalle leggi in vigore. E' del tutto evidente quindi che non c'è una normativa di riferimento in tema di perequazione, ma solo un indirizzo generale finalizzato comunque sempre a perseguire obbiettivi individuati dalla pianificazione territoriale, come infatti sancito nel comma 1.
A questo punto è legittimo chiedersi perchè si voglia far passare come perequativo un intervento di variante al piano strutturale che nessuno strumento pianificatorio territoriale aveva mai previsto. Mi chiedo quale città sarà quella dove l'interesse di pochi viene contrattato dagli amministratori in cambio di opere pubbliche non rientranti in un progetto complessivo coordinato e che si sviluppi sulla base di priorità.
Se davvero c'è bisogno di realizzare nuove abitazioni e di costruire nuovi quartieri e se si ritiene che il Piano regolatore vigente sia superato, allora si devono adottare nuovi strumenti di pianificazione. Approvando progetti del genere si rischia solamente di fare della pianificazione urbanistica carta straccia, consegnando il territorio urbano non ancora edificato ad una sorte sicura di cementificazione "creativa". A noi la scelta.
Gilberto Tozzi (direttore CSN): «Non al prezzo di una cementificazione»
Gilberto Tozzi, direttore del Centro di Scienze Naturali, intervistato dal settimanale Metropoli: «Non amo le cementificazioni, sono contrarie alle mie idee, quindi se l'amministrazione comunale sarà in grado di trovare dei finanziatori per il progetto del nuovo Centro di Scienze Naturali sarò ben felice. D'altro canto non credo che Prato possa farsi sfuggire l'occasione di realizzare un progetto importante come quello in esame perché è fondamentale per la città, sia dal punto di vista culturale che occupazionale».
mercoledì 24 febbraio 2010
Anche la Lega Nord dice no alla cementificazione di Maliseti: «E’ un progetto scellerato»
Anche la Lega Nord pratese prende posizione contro il progetto di lottizzazione di Maliseti che interessa l’aria agricola compresa tra via Coppola, via del Gorello e via San Martino per Galceti. «Nonostante sia tuttora sospeso, noi della Lega Nord siamo assolutamente contrari – spiega Federico Tosoni, commissario provinciale del Carroccio – a questo scellerato progetto che vuole ammazzare un paesaggio stupendo nonché una delle poche zone agricole ed ecologiche rimaste in tutto il comune laniero».
«Questo progetto – continua Tosoni – è un vero e proprio cancro al polmone di Prato. Non è umanamente accettabile distruggere questa zona nel nome del cemento. C’è un limite invalicabile anche all’urbanistica e la lottizzazione dell’area agricola di Maliseti supera di gran lunga questo confine. E, poi, prima di cementificare levando il verde si deve tassativamente ristrutturare gli edifici vecchi, i vecchi capannoni e tutto ciò che di fatiscente c’è in città».
E per quanto riguarda il Centro di Scienze Naturali. «Bisogna al più presto sciogliere questo nodo – conclude Tosoni – perché il Csn è un bene non solo per tutta la città, ma anche per il resto della regione. Le Giunte comunale e provinciale devono prendersi carico della situazione e trovare al più presto una soluzione che salvaguardi questo patrimonio».
«Questo progetto – continua Tosoni – è un vero e proprio cancro al polmone di Prato. Non è umanamente accettabile distruggere questa zona nel nome del cemento. C’è un limite invalicabile anche all’urbanistica e la lottizzazione dell’area agricola di Maliseti supera di gran lunga questo confine. E, poi, prima di cementificare levando il verde si deve tassativamente ristrutturare gli edifici vecchi, i vecchi capannoni e tutto ciò che di fatiscente c’è in città».
E per quanto riguarda il Centro di Scienze Naturali. «Bisogna al più presto sciogliere questo nodo – conclude Tosoni – perché il Csn è un bene non solo per tutta la città, ma anche per il resto della regione. Le Giunte comunale e provinciale devono prendersi carico della situazione e trovare al più presto una soluzione che salvaguardi questo patrimonio».
martedì 23 febbraio 2010
Lucia Corsetti (Capogruppo Pd Circoscrizione Nord): «Fondi europei per il CSN»
Come forza di governo della Circoscrizione Nord abbiamo deciso di affrontare l’importante questione del progetto relativo al Parco di Galceti tenendo ben salde due diverse questioni. Sicuramente lo sviluppo del Centro di Scienze naturali, che è un bene della città e per cui va pensato un progetto di sistemazione e riqualificazione, soprattutto per la parte museale. Ma è altrettanto sicuro e indiscutibile il dovere di non far pagare al territorio, né della Circoscrizione Nord, né della Ovest, con questa sorta di “ricatto” edificatorio, i costi di un intervento che così come è stato presentato nel progetto non piace a nessuno, perché troppo invasivo. Una strada, che lo stesso Tozzi ha suggerito ci sarebbe: ad esempio finanziare la sistemazione del Csn con gli innumerevoli fondi Europei, fondi che, sempre Tozzi ci ricordava, hanno contribuito alla realizzazione di intere e ben più complesse opere in Italia. In teoria esisterebbe un assessorato ad hoc, quello ai rapporti con l’Unione Europea che dovrebbe avere le competenze per portare avanti un progetto simile e che almeno giustificherebbe la sua esistenza.
Lucia Corsetti - capogruppo Pd Circoscrizione Nord
Lucia Corsetti - capogruppo Pd Circoscrizione Nord
lunedì 22 febbraio 2010
Calissi: «Il futuro del Centro di Galceti non si risolve cementificando»
Interessante intervista di Alessandro Pattume a Massimo Calissi, presidente (dimissionario) della Fondazione Centro di Scienze Naturali di Prato, pubblicata il 21 febbraio 2010 sul quotidiano "Il Tirreno":
«Il progetto dell’architetto Bruno della Bioarkt non ci è mai piaciuto. Nell’ultimo colloquio con i proprietari del terreno chiedemmo espressamente loro che ci venisse venduto il terreno accanto al Centro: avremmo poi cercato i fondi per costruire lì, nella casa colonica abbandonata, la nuova sede del Centro di Scienze Naturali...»
Il Centro di Scienze naturali di Galceti sarà costretto a chiudere i battenti al massimo nel 2012. E’ l’altra faccia della bufera scatenatasi intorno al progetto su Maliseti dell’architetto Bruno della Bioarkt. «Un progetto furbo dal punto di vista imprenditoriale - spiega il presidente dimissionario del centro di Galceti Massimo Calissi - ma cui noi abbiamo sempre detto di no». Massimo Calissi, dimessosi nel giugno scorso da presidente del Centro di Galceti e non ancora sostituito dall’amministrazione, ripercorre a ritroso l’iter di un progetto cominciato più di due anni fa. Ma prima spiega la situazione degradata del Centro di Galceti. «Il Centro chiuderà in due anni se non troverà presto un’altra sede anche solo a livello di progetto attuativo. Innanzitutto per la sede per cui paghiamo l’affitto alla Curia, uno stabile senza riscaldamento di cui i proprietari, sinceramente, paiono disinteressarsi. Uno stabile - aggiunge Calissi - tempestato poi di barriere architettoniche e di conseguenza non in regola con le normative vigenti in materia. In questo momento quindi, il Centro di Galceti, privo com’è di qualsiasi tipo di investimento pubblico o privato, si può permettere solo di accogliere gli animali e fornire qualche consulenza sul territorio».
Il progetto. «L’architetto Bruno ci portò di sua iniziativa, senza cioè che venisse sborsato un euro, il progetto per la riqualificazione della zona. Era un progetto che interessava quello che a tutti gli effetti è ancora un terreno brullo, senza un albero, un terreno agricolo rimasto incolto da tempo immemore - spiega Calissi - ma era anche un progetto molto furbo dal punto di vista imprenditoriale. Prevedeva la costruzione di case per 1400 persone e la costruzione gratuita, grazie agli oneri edilizi, della nuova sede per il Centro, di un parco e di una piccola foresteria. Io mi opposi e si opposero anche gli assessori Curcio e Ciuoffo, che posero dei “paletti” ben precisi - racconta Calissi - così Bruno ripresentò il progetto in forma ridotta, con la costruzione di case per 600 persone. Ci opponemmo ancora e nell’ultimo colloquio con i proprietari del terreno chiedemmo espressamente loro che ci venisse venduto il terreno accanto al Centro: avremmo poi cercato i fondi per costruire lì, nella casa colonica abbandonata, la nuova sede del Centro di Scienze Naturali. In cambio noi promettevamo che quando ci sarebbero state le condizioni avremmo preso in considerazione il progetto - conclude - quindi il progetto non è mai stato approvato perchè non ci è mai piaciuto».
«Il progetto dell’architetto Bruno della Bioarkt non ci è mai piaciuto. Nell’ultimo colloquio con i proprietari del terreno chiedemmo espressamente loro che ci venisse venduto il terreno accanto al Centro: avremmo poi cercato i fondi per costruire lì, nella casa colonica abbandonata, la nuova sede del Centro di Scienze Naturali...»
Il Centro di Scienze naturali di Galceti sarà costretto a chiudere i battenti al massimo nel 2012. E’ l’altra faccia della bufera scatenatasi intorno al progetto su Maliseti dell’architetto Bruno della Bioarkt. «Un progetto furbo dal punto di vista imprenditoriale - spiega il presidente dimissionario del centro di Galceti Massimo Calissi - ma cui noi abbiamo sempre detto di no». Massimo Calissi, dimessosi nel giugno scorso da presidente del Centro di Galceti e non ancora sostituito dall’amministrazione, ripercorre a ritroso l’iter di un progetto cominciato più di due anni fa. Ma prima spiega la situazione degradata del Centro di Galceti. «Il Centro chiuderà in due anni se non troverà presto un’altra sede anche solo a livello di progetto attuativo. Innanzitutto per la sede per cui paghiamo l’affitto alla Curia, uno stabile senza riscaldamento di cui i proprietari, sinceramente, paiono disinteressarsi. Uno stabile - aggiunge Calissi - tempestato poi di barriere architettoniche e di conseguenza non in regola con le normative vigenti in materia. In questo momento quindi, il Centro di Galceti, privo com’è di qualsiasi tipo di investimento pubblico o privato, si può permettere solo di accogliere gli animali e fornire qualche consulenza sul territorio».
Il progetto. «L’architetto Bruno ci portò di sua iniziativa, senza cioè che venisse sborsato un euro, il progetto per la riqualificazione della zona. Era un progetto che interessava quello che a tutti gli effetti è ancora un terreno brullo, senza un albero, un terreno agricolo rimasto incolto da tempo immemore - spiega Calissi - ma era anche un progetto molto furbo dal punto di vista imprenditoriale. Prevedeva la costruzione di case per 1400 persone e la costruzione gratuita, grazie agli oneri edilizi, della nuova sede per il Centro, di un parco e di una piccola foresteria. Io mi opposi e si opposero anche gli assessori Curcio e Ciuoffo, che posero dei “paletti” ben precisi - racconta Calissi - così Bruno ripresentò il progetto in forma ridotta, con la costruzione di case per 600 persone. Ci opponemmo ancora e nell’ultimo colloquio con i proprietari del terreno chiedemmo espressamente loro che ci venisse venduto il terreno accanto al Centro: avremmo poi cercato i fondi per costruire lì, nella casa colonica abbandonata, la nuova sede del Centro di Scienze Naturali. In cambio noi promettevamo che quando ci sarebbero state le condizioni avremmo preso in considerazione il progetto - conclude - quindi il progetto non è mai stato approvato perchè non ci è mai piaciuto».
"La Nazione": Maliseti non è in vendita. Tutti contro il cemento
L'articolo sull'assemblea del 19 febbraio pubblicato dal quotidiano "La Nazione":
Salone gremito, venerdì sera, al Circolo Arci "Quinto Martini" in occasione dell'assemblea promossa dal comitato "Per Maliseti. No cemento!", costituito da tutte le realtà associative della frazione per contrastare il progetto di lottizzazione dell'area agricola compresa tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti.
«Il Comitato condivide la necessità di migliorare l'attuale sede del Centro di Scienze Naturali - ha detto Paolo Sambo, presidente del Comitato - ma questo non può assolutamente avvenire in cambio di una colata di cemento a Maliseti, in un terreno contiguo all'area protetta del Monteferrato».
Ha quindi preso la parola Giovanni Mosca, presidente della Circoscrizione Ovest e, come cittadino di Maliseti, tra i promotori del Comitato: «Ci opporremo con tutte le nostre forze affinché questo progetto di cementificazione sia riposto in via definitiva. L’area deve mantenere la sua connotazione agricola, non un solo metro cubo di cemento deve intaccare uno degli ultimi corridoi ecologici salvavita rimasti in una piana già densamente urbanizzata. Il progetto avrebbe conseguenze devastanti anche sul piano della viabilità». Mosca ha proseguito dicendo che presto chiederà un incontro al sindaco Cenni ed all'assessore all'urbanistica, e che il Consiglio di Circoscrizione presenterà un ordine del giorno per chiedere di seppelire in via definitiva il progetto di cementificazione della frazione di Maliseti. L'ex parlamentare Mauro Vannoni ha detto che «bisogna salvaguardare l'identità delle frazioni» e che questa battaglia «riguarda tutta la città».
Prosegue intanto la raccolta firme promossa dal Comitato: nelle prossime settimane la protesta coinvolgerà anche le frazioni confinanti per poi estendersi all'intera città «perché l'area interessata è un patrimonio di tutti i pratesi». Molti gli interventi dei cittadini: «E' una battaglia che coinvolge tutta la cittadinanza, senza bandiere politiche, in gioco c'è la qualità della nostra vita, c'è la nostra riserva di ossigeno quotidiana. Alle istituzioni chiediamo trasparenza e capacità di ascolto dei cittadini».
Erano presenti, tra gli altri, anche il presidente della Circoscrizione Nord Alberto Manzan («Condivido le vostre preoccupazioni, apriamo un tavolo comune per individuare altre forme di finanziamento»), il capogruppo del Pd in consiglio provinciale Fabio Rossi («Anche la Provincia vuole trasparenza e per questo chiederà l'istituzione di una conferenza di servizi»), il presidente della commisione urbanistica della Circoscrizione Ovest Monia Faltoni ed il consigliere circoscrizionale Pdl Renato Montagnolo, che ha già raccolto numerose firme e dice: «Convinta adesione al Comitato, il territorio di Maliseti non è in vendita».
Salone gremito, venerdì sera, al Circolo Arci "Quinto Martini" in occasione dell'assemblea promossa dal comitato "Per Maliseti. No cemento!", costituito da tutte le realtà associative della frazione per contrastare il progetto di lottizzazione dell'area agricola compresa tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti.
«Il Comitato condivide la necessità di migliorare l'attuale sede del Centro di Scienze Naturali - ha detto Paolo Sambo, presidente del Comitato - ma questo non può assolutamente avvenire in cambio di una colata di cemento a Maliseti, in un terreno contiguo all'area protetta del Monteferrato».
Ha quindi preso la parola Giovanni Mosca, presidente della Circoscrizione Ovest e, come cittadino di Maliseti, tra i promotori del Comitato: «Ci opporremo con tutte le nostre forze affinché questo progetto di cementificazione sia riposto in via definitiva. L’area deve mantenere la sua connotazione agricola, non un solo metro cubo di cemento deve intaccare uno degli ultimi corridoi ecologici salvavita rimasti in una piana già densamente urbanizzata. Il progetto avrebbe conseguenze devastanti anche sul piano della viabilità». Mosca ha proseguito dicendo che presto chiederà un incontro al sindaco Cenni ed all'assessore all'urbanistica, e che il Consiglio di Circoscrizione presenterà un ordine del giorno per chiedere di seppelire in via definitiva il progetto di cementificazione della frazione di Maliseti. L'ex parlamentare Mauro Vannoni ha detto che «bisogna salvaguardare l'identità delle frazioni» e che questa battaglia «riguarda tutta la città».
Prosegue intanto la raccolta firme promossa dal Comitato: nelle prossime settimane la protesta coinvolgerà anche le frazioni confinanti per poi estendersi all'intera città «perché l'area interessata è un patrimonio di tutti i pratesi». Molti gli interventi dei cittadini: «E' una battaglia che coinvolge tutta la cittadinanza, senza bandiere politiche, in gioco c'è la qualità della nostra vita, c'è la nostra riserva di ossigeno quotidiana. Alle istituzioni chiediamo trasparenza e capacità di ascolto dei cittadini».
Erano presenti, tra gli altri, anche il presidente della Circoscrizione Nord Alberto Manzan («Condivido le vostre preoccupazioni, apriamo un tavolo comune per individuare altre forme di finanziamento»), il capogruppo del Pd in consiglio provinciale Fabio Rossi («Anche la Provincia vuole trasparenza e per questo chiederà l'istituzione di una conferenza di servizi»), il presidente della commisione urbanistica della Circoscrizione Ovest Monia Faltoni ed il consigliere circoscrizionale Pdl Renato Montagnolo, che ha già raccolto numerose firme e dice: «Convinta adesione al Comitato, il territorio di Maliseti non è in vendita».
Tv Prato: il servizio sull'assemblea pubblica
Il filmato del servizio sull'assemblea pubblica promossa dal Comitato trasmesso nel corso dell'edizione di sabato 20 febbraio 2010 del telegiornale "Prato Notizie":
"Il Tirreno": Veto bipartisan alla lottizzazione di Maliseti
L'articolo sull'assemblea del 19 febbraio pubblicato dal quotidiano "Il Tirreno":
Un’assemblea da tutto esaurito quella che l’altra sera, al circolo “Quinto Martini” di Maliseti, ha visto riuniti i sostenitori del comitato “Per Maliseti. No Cemento”. Seppellire il progetto di cementificazione. E’ un veto convinto e bipartisan quello emerso da un’assemblea che vedeva tutte le realtà associative della frazione di Maliseti riunite contro la lottizzazione dell’area agricola compresa tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti.
Per prima si è alzata la voce del presidente del Comitato, Paolo Sambo. «Ci rendiamo conto della necessità di migliorare l’attuale sede del Centro di Scienze Naturali di Galceti, ma questo non può assolutamente avvenire in cambio di una colata di cemento a Maliseti» ha detto Sambo. «Aderiamo con grande convinzione al Comitato - ha aggiunto il consigliere circoscrizionale Pdl Renato Montagnolo - il territorio di Maliseti non è in vendita». C’era anche il presidente della Circoscrizione Ovest e cittadino di Maliseti, Giovanni Mosca. L’obbiettivo è chiaro e semplice: archiviare per sempre il progetto di cementificazione. «Il terreno a destinazione agricola deve rimanere tale per salvaguardare uno dei pochi corridoi ecologici rimasti in città e per evitare conseguenze pesantissime sulla viabilità della zona. Per questo - ha concluso Mosca - ci opporremo con tutte le nostre forze affinchè il progetto venga archiviato in modo definitivo». E proprio per questo Mosca chiederà un incontro al Sindaco Roberto Cenni e all’assessore all’urbanistica, oltre a presentare un ordine del giorno al consiglio della Circoscrizione Ovest per seppellire il progetto. Insomma, la raccolta di firme continua, il sostegno alla protesta coinvolge lentamente le frazioni vicine e poi il resto della città. «Perchè - sostengono gli abitanti di Maliseti - in gioco c’è la nostra salute e la riserva d’ossigeno di tutta la città. Alle istituzioni chiediamo trasparenza e capacità d’ascolto dei cittadini».
Un’assemblea da tutto esaurito quella che l’altra sera, al circolo “Quinto Martini” di Maliseti, ha visto riuniti i sostenitori del comitato “Per Maliseti. No Cemento”. Seppellire il progetto di cementificazione. E’ un veto convinto e bipartisan quello emerso da un’assemblea che vedeva tutte le realtà associative della frazione di Maliseti riunite contro la lottizzazione dell’area agricola compresa tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti.
Per prima si è alzata la voce del presidente del Comitato, Paolo Sambo. «Ci rendiamo conto della necessità di migliorare l’attuale sede del Centro di Scienze Naturali di Galceti, ma questo non può assolutamente avvenire in cambio di una colata di cemento a Maliseti» ha detto Sambo. «Aderiamo con grande convinzione al Comitato - ha aggiunto il consigliere circoscrizionale Pdl Renato Montagnolo - il territorio di Maliseti non è in vendita». C’era anche il presidente della Circoscrizione Ovest e cittadino di Maliseti, Giovanni Mosca. L’obbiettivo è chiaro e semplice: archiviare per sempre il progetto di cementificazione. «Il terreno a destinazione agricola deve rimanere tale per salvaguardare uno dei pochi corridoi ecologici rimasti in città e per evitare conseguenze pesantissime sulla viabilità della zona. Per questo - ha concluso Mosca - ci opporremo con tutte le nostre forze affinchè il progetto venga archiviato in modo definitivo». E proprio per questo Mosca chiederà un incontro al Sindaco Roberto Cenni e all’assessore all’urbanistica, oltre a presentare un ordine del giorno al consiglio della Circoscrizione Ovest per seppellire il progetto. Insomma, la raccolta di firme continua, il sostegno alla protesta coinvolge lentamente le frazioni vicine e poi il resto della città. «Perchè - sostengono gli abitanti di Maliseti - in gioco c’è la nostra salute e la riserva d’ossigeno di tutta la città. Alle istituzioni chiediamo trasparenza e capacità d’ascolto dei cittadini».
mercoledì 17 febbraio 2010
Un gruppo su Facebook
Su Facebook è nato il gruppo "Galceti libera dal cemento", promosso da Marco Monzali di RadioGas. In pochi giorni sono già più di 1.000 gli iscritti, con adesioni politicamente trasversali, la battaglia si estende a tutta la città!
"Non importa chi c'è dietro, se la destra, la sinistra o Garibaldi - scrive Monzali - quello che importa è che c'è un progetto per rovinare per sempre una delle più belle zone di Prato, uno dei pochi angoli ancora vergini. E' uno schifo, un'oscenità che va fermata senza se e senza ma!"
Link al gruppo:
http://www.facebook.com/group.php?gid=290119401996&ref=ts#!/group.php?v=wall&ref=ts&gid=290119401996
"Non importa chi c'è dietro, se la destra, la sinistra o Garibaldi - scrive Monzali - quello che importa è che c'è un progetto per rovinare per sempre una delle più belle zone di Prato, uno dei pochi angoli ancora vergini. E' uno schifo, un'oscenità che va fermata senza se e senza ma!"
Link al gruppo:
http://www.facebook.com/group.php?gid=290119401996&ref=ts#!/group.php?v=wall&ref=ts&gid=290119401996
martedì 16 febbraio 2010
"La Nazione": Niente cemento e case a Maliseti
L'articolo di Leonardo Biagiotti pubblicato sul quotidiano "La Nazione":
Le firme ci sono, il progetto definitivo ancora no. A Maliseti è scoppiata la guerra del mattone, ovvero una protesta diffusa portata avanti dal comitato "Per Maliseti. No cemento!" promosso fra gli altri dal presidente del quartiere Giovanni Mosca, dall’ex consigliere di circoscrizione Paolo Sambo, che ne è il presidente, dall’ex deputato Mauro Vannoni e da alcuni cittadini come i presidenti di Misericordia e Croce d’oro ed i rappresentanti dell’Ac Maliseti, del bocciodromo, del comitato Insieme per Maliseti e del circolo Arci. In poche ore hanno raccolto 750 firme (e migliaia di adesioni su Facebook), fra le quali quella del parroco del paese, per dire no ad «un progetto di cementificazione massiccia con centinaia di case» che prenderebbe vita tra via Coppola, via del Gorello e via San Martino per Galceti.
Il condizionale però è d’obbligo perché il progetto per ora è sospeso, basta ascoltare il vice sindaco e assessore all’ambiente Goffredo Borchi: «Così com’è impostato quel piano non vedrà mai la luce — ha detto ieri — tant’è che abbiamo chiesto al progettista di ripresentarlo riducendo considerevolmente le volumetrie. Questa protesta è pretestuosa, un processo alle intenzioni». Dove sta, allora, la verità? La questione è complessa. Attualmente è fermo in Comune da un bel po’ un piano che prevede la costruzione di 100 appartamenti e altri edifici («c’è anche un albergo», protestano da Maliseti) in un terreno privato a ridosso dell’area protetta del Monteferrato. Un piano già presentato alla vecchia amministrazione e bloccato per il troppo cemento. La nuova giunta in questi mesi l’ha rimesso sotto la lente cercando di capire, parole di Borchi, «se è possibile trovare un equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato», un compito che sta portando avanti anche il titolare dell’urbanistica Gianni Cenni.
Residenti ed esponenti politici di Maliseti non hanno gradito questo rinnovato interesse perché considerano «la lottizzazione insostenibile», anche se Borchi ha ribadito ieri che in effetti «i volumi sono eccessivi» e per questo è in corso una trattativa con proprietà e progettista per arrivare, eventualmente, ad una nuova soluzione che non violenti il territorio. Il comitato però va avanti e per venerdì alle 21 ha convocato un’assemblea pubblica al circolo Arci Quinto Martini. Perche’ la giunta si è interessata di nuovo al progetto esponendosi alle proteste? Perché da lì potrebbe arrivare una parte dei soldi, tramite gli oneri di urbanizzazione, per realizzare la nuova sede del Centro di Scienze Naturali. Non solo, ai privati il Comune ha chiesto anche un’area verde e una colonica, da ristrutturare a spese della proprietà attuale, da adibire a sede provvisoria del centro se l’amministrazione, e questo è un altro fronte, troverà l’accordo con la Curia per lasciare la sede storica.
L’attuale edificio che ospita il Centro di Scienze Naturali, infatti, appartiene alla Chiesa che sarebbe interessata a riprenderlo. Il Comune chiede però di avere una parte dei terreni, sempre della Curia, che si trovano sotto l’edificio, un altro pezzo del futuro, maxi centro di Galceti. C’era già un accordo preliminare ma ora sono sorti problemi. Ieri Borchi ha incontrato il vicario del vescovo e il tecnico di riferimento della Curia, ma per ora le parti restano distanti e quindi sulla lottizzazione di Maliseti c’è un altro punto interrogativo. A conti fatti, dunque, di sicuro ci sono solo le firme.
Le firme ci sono, il progetto definitivo ancora no. A Maliseti è scoppiata la guerra del mattone, ovvero una protesta diffusa portata avanti dal comitato "Per Maliseti. No cemento!" promosso fra gli altri dal presidente del quartiere Giovanni Mosca, dall’ex consigliere di circoscrizione Paolo Sambo, che ne è il presidente, dall’ex deputato Mauro Vannoni e da alcuni cittadini come i presidenti di Misericordia e Croce d’oro ed i rappresentanti dell’Ac Maliseti, del bocciodromo, del comitato Insieme per Maliseti e del circolo Arci. In poche ore hanno raccolto 750 firme (e migliaia di adesioni su Facebook), fra le quali quella del parroco del paese, per dire no ad «un progetto di cementificazione massiccia con centinaia di case» che prenderebbe vita tra via Coppola, via del Gorello e via San Martino per Galceti.
Il condizionale però è d’obbligo perché il progetto per ora è sospeso, basta ascoltare il vice sindaco e assessore all’ambiente Goffredo Borchi: «Così com’è impostato quel piano non vedrà mai la luce — ha detto ieri — tant’è che abbiamo chiesto al progettista di ripresentarlo riducendo considerevolmente le volumetrie. Questa protesta è pretestuosa, un processo alle intenzioni». Dove sta, allora, la verità? La questione è complessa. Attualmente è fermo in Comune da un bel po’ un piano che prevede la costruzione di 100 appartamenti e altri edifici («c’è anche un albergo», protestano da Maliseti) in un terreno privato a ridosso dell’area protetta del Monteferrato. Un piano già presentato alla vecchia amministrazione e bloccato per il troppo cemento. La nuova giunta in questi mesi l’ha rimesso sotto la lente cercando di capire, parole di Borchi, «se è possibile trovare un equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato», un compito che sta portando avanti anche il titolare dell’urbanistica Gianni Cenni.
Residenti ed esponenti politici di Maliseti non hanno gradito questo rinnovato interesse perché considerano «la lottizzazione insostenibile», anche se Borchi ha ribadito ieri che in effetti «i volumi sono eccessivi» e per questo è in corso una trattativa con proprietà e progettista per arrivare, eventualmente, ad una nuova soluzione che non violenti il territorio. Il comitato però va avanti e per venerdì alle 21 ha convocato un’assemblea pubblica al circolo Arci Quinto Martini. Perche’ la giunta si è interessata di nuovo al progetto esponendosi alle proteste? Perché da lì potrebbe arrivare una parte dei soldi, tramite gli oneri di urbanizzazione, per realizzare la nuova sede del Centro di Scienze Naturali. Non solo, ai privati il Comune ha chiesto anche un’area verde e una colonica, da ristrutturare a spese della proprietà attuale, da adibire a sede provvisoria del centro se l’amministrazione, e questo è un altro fronte, troverà l’accordo con la Curia per lasciare la sede storica.
L’attuale edificio che ospita il Centro di Scienze Naturali, infatti, appartiene alla Chiesa che sarebbe interessata a riprenderlo. Il Comune chiede però di avere una parte dei terreni, sempre della Curia, che si trovano sotto l’edificio, un altro pezzo del futuro, maxi centro di Galceti. C’era già un accordo preliminare ma ora sono sorti problemi. Ieri Borchi ha incontrato il vicario del vescovo e il tecnico di riferimento della Curia, ma per ora le parti restano distanti e quindi sulla lottizzazione di Maliseti c’è un altro punto interrogativo. A conti fatti, dunque, di sicuro ci sono solo le firme.
Rossi (capogruppo Pd Provincia): «Sviluppo sostenibile per Maliseti e Galceti. Provincia chiederà l'istituzione di una conferenza dei servizi»
Sullo sviluppo di Prato non è ammissibile ignoranza degli strumenti di pianificazione. Anche in seguito alle ultime notizie riguardo la proposta dei privati per l’area di Maliseti e Galceti a cui sarebbero legate anche le sorti del Centro di Scienze Naturali, è chiaro che si sta delineando da parte del Comune di Prato un’ idea di sviluppo in cui l’istituzione non si pone obiettivi di pianificazione con una visione unitaria e strategica e quindi non è assolutamente condivisibile.
La Provincia ha sempre affermato la centralità dello “sviluppo sostenibile” e dentro il quadro normativo del Piano Territoriale di Coordinamento che è elemento costitutivo del sistema funzionale dello sviluppo stesso ed enuclea tra gli altri anche il tema dei nuclei urbani da riqualificare per lo sviluppo delle attività economiche e quello dei parchi, delle riserve, delle ANPIL e relative strutture per la loro fruizione. L’estemporaneità dell’azione amministrativa del Comune di Prato ci induce oggi come Provincia ad interloquire in modo chiaro anche attivando l’istituzione di una conferenza dei servizi dove chiaramente si ponga la questione dello sviluppo e delle compatibilità progettuali con le attuali normative vigenti. Infatti, il Comune di Prato dovrà rendere comprensibile come intende realmente valorizzare il sistema dei parchi e delle riserve ANPIL e relative strutture per la fruizione piuttosto che inserirle in interventi non chiari concertati con privati. Questo vale ovviamente anche per il Centro di Scienze Naturali, la cui valorizzazione ambientale e turistica è essenziale per lo sviluppo del nostro territorio. In tal senso la Provincia svolgerà il suo ruolo ma sulla strada intrapresa dalla precedente amministrazione comunale che è assai diversa dall’attuale. Sono necessarie chiarezza e trasparenza nell’interesse collettivo e non solo nell’interesse di pochi.
Fabio Rossi - capogruppo Pd Provincia di Prato
La Provincia ha sempre affermato la centralità dello “sviluppo sostenibile” e dentro il quadro normativo del Piano Territoriale di Coordinamento che è elemento costitutivo del sistema funzionale dello sviluppo stesso ed enuclea tra gli altri anche il tema dei nuclei urbani da riqualificare per lo sviluppo delle attività economiche e quello dei parchi, delle riserve, delle ANPIL e relative strutture per la loro fruizione. L’estemporaneità dell’azione amministrativa del Comune di Prato ci induce oggi come Provincia ad interloquire in modo chiaro anche attivando l’istituzione di una conferenza dei servizi dove chiaramente si ponga la questione dello sviluppo e delle compatibilità progettuali con le attuali normative vigenti. Infatti, il Comune di Prato dovrà rendere comprensibile come intende realmente valorizzare il sistema dei parchi e delle riserve ANPIL e relative strutture per la fruizione piuttosto che inserirle in interventi non chiari concertati con privati. Questo vale ovviamente anche per il Centro di Scienze Naturali, la cui valorizzazione ambientale e turistica è essenziale per lo sviluppo del nostro territorio. In tal senso la Provincia svolgerà il suo ruolo ma sulla strada intrapresa dalla precedente amministrazione comunale che è assai diversa dall’attuale. Sono necessarie chiarezza e trasparenza nell’interesse collettivo e non solo nell’interesse di pochi.
Fabio Rossi - capogruppo Pd Provincia di Prato
Montagnolo (consigliere circoscrizione Pdl): «Contrari alla cementificazione»
Anche CasaPound Italia Prato si dichiara contraria all’ipotesi, ancora al vaglio dell’amministrazione, di concedere a privati una massiccia cementificazione sull’area di Maliseti, quale merce di scambio per ottenere dagli stessi le risorse finanziarie da destinare alla riqualificazione del Centro di Scienze naturali di Galceti.
«Qui non c’entra il colore o l’appartenenza politica - dice Renato Montagnolo, consigliere circoscrizionale Pdl – qui si sta parlando di una battaglia per il bene del nostro territorio e dei loro residenti, che come tale dovrebbe essere totalmente trasversale agli schieramenti. Cento appartamenti più altri edifici costruiti su una zona a ridosso dell’area verde del Monferrato comporterebbero dei gravi problemi anche in tema di viabilità ed impatto ambientale. Proprio per questo abbiamo deciso, in maniera autonoma e volontaria, di aderire al comitato “Per Maliseti – No cemento”, apponendo sì la nostra firma alla protesta, ma confidando in ogni caso nelle capacità valutative di questa giunta e dei suoi amministratori».
«Qui non c’entra il colore o l’appartenenza politica - dice Renato Montagnolo, consigliere circoscrizionale Pdl – qui si sta parlando di una battaglia per il bene del nostro territorio e dei loro residenti, che come tale dovrebbe essere totalmente trasversale agli schieramenti. Cento appartamenti più altri edifici costruiti su una zona a ridosso dell’area verde del Monferrato comporterebbero dei gravi problemi anche in tema di viabilità ed impatto ambientale. Proprio per questo abbiamo deciso, in maniera autonoma e volontaria, di aderire al comitato “Per Maliseti – No cemento”, apponendo sì la nostra firma alla protesta, ma confidando in ogni caso nelle capacità valutative di questa giunta e dei suoi amministratori».
sabato 13 febbraio 2010
Maliseti in lutto: è morto Giuliano Bartoli
Cordoglio a Maliseti per la scomparsa di Giuliano Bartoli, presidente del Circolo Arci "Quinto Martini". La salma si trova esposta presso i locali del Circolo. Il funerale avrà luogo lunedì alle ore 10 nella chiesa parrocchiale "S.Giovanni Battista" a Maliseti.
La raccolta firme promossa dal Comitato è sospesa fino a lunedì per lutto.
La raccolta firme promossa dal Comitato è sospesa fino a lunedì per lutto.
venerdì 12 febbraio 2010
"Metropoli". Maliseti in guerra contro la lottizzazione: «Uno scempio»
Anche il settimanale "Metropoli Prato", supplemento al numero odierno di "Metropoli Day", si occupa del progetto di lottizzazione tra Maliseti e Galceti. L'articolo di Paola Baroni:
Il progetto di edificare nella piana ai piedi del Monteferrato nella frazione di Maliseti, già presentato all'amministrazione comunale, incassa la contrarietà della frazione che in questi giorni si è mobilitata per organizzare due iniziative.
La prima è stata la raccolta firme per costituire il Comitato "Per Maliseti. No cemento!", rappresentato dal Circolo Arci Quinto Martini, A.C. Maliseti, comitato "Insieme per Maliseti", Misericordia sezione di Maliseti, Croce d'Oro sezione Maliseti-Prato Nord, Bocciodromo di Maliseti. Tanti gli altri nominativi che si stanno aggiungendo in questi giorni a sostegno del comitato. L'altra iniziativa è l'assemblea pubblica fissata per il 19 febbraio presso il Circolo Quinto Martini a Maliseti (alle 21).
Su Facebook in tre giorni sono arrivate oltre 1.000 adesioni trasversali al gruppo "Galceti libera dal cemento". Il grido che arriva dalla frazione è unanime: edificare in quell'area, l'unica della zona rimasta a verde, sarebbe uno scempio non solo per il Monteferrato ma anche per tutta la città di Prat. L'intervento di edificazione a cui, al momento, è legato il progetto del nuovo Centro di Scienze Naturali, potrebbe ridimensionarsi se l'amministrazione riuscisse a trovare i finanziamenti europei. Il Comune non ha i soldi per ampliare il Centro. L'intervento dei tre privati proprietari dell'area, garantirebbe la trasformazione del Centro di Galceti, con la "compensazione" però dell'investimento a Maliseti con un centinaio di appartamenti (300 quelli previsti inizialmente), un albergo-foresteria, una scuola ed una residenza protetta. Per il Centro di Galceti si parla di un passaggio dagli atuali 40mila visitatori l'anno a circa 400mila. Il maxi intervento potrebbe essere approvato prima di quanto sembri, considerato che Galceti ha necessità di opere urgenti e che la variante per il passaggio di quel terreno, 50 ettari da Maliseti al parco di Galceti, da agricolo a edificabile, potrebbe essere inserita in quella generale del piano strutturale sul quale la discussione dovrebbe ripartire a breve, quasi certamente all'indomani delle elezioni regionali.
Il dibattito a Maliseti è molto acceso. «Trovarsi tutti quegli appartamenti nell'unico punto verde che c'è a Maliseti sarebbe un duro colpo. Il paese ne risentirebbe - commenta Marco Zarro, responsabile della sezione locale della Croce d'Oro - Poi c'è la questione della viabilità in una realtà già sofferente su questo tema».
«Si va ad intaccare unaa delle parti più belle di Prato che è patrimonio di tutta la città e che, fra l'altro, in passato ha già dato molto - sottolinea l'ex-deputato Mauro Vannoni che vive a Maliseti Questo è uno spazio eccezionale che dà una buona qualità dell'abitare. Ma il nocimento sarebbe per tutta Prato. Se si vuole fare un progetto di ampliamento di Galceti che porti 400mila visitatori l'anno, allora quel progetto diventi quantomeno regionale. Si cerchino altri fondi. Nello specifico c'è anche un problema di carattere culturale: il tessuto connettivo delle frazioni è indispensabile per la tenuta della città, altrimenti si rischia di dare inizio a un processo di decomposizione. Anche per questo siamo contrari a questa realizzazione, senza se e senza ma, e chiediamo che l'amministrazione ci dica quali sono le sue reali intenzioni, sapendo che questa materia non è contrattabile».
Del costituendo comitato non poteva non far parte anche il presidente della Circoscrizione Ovest, Giovanni Mosca: «Va bene la riqualificazione del Centro di Galceti ma non ci può essere una contrattazione su Maliseti. Il rischio è il degrado anche sociale e culturale della frazione».
Sulla qustione il vicesindaco con delega all'ambiente, Goffredo Borchi, ha dato rassicurazioni: l'operazione, se mai andrà in porto, ha detto, saà trasparente e sarà condivisa con i cittadini.
Ma il no di Maliseti all'operazione rimane incondizionato. «Ci opponiamo ad una cementificazione selvaggia, senza criterio - commenta Gianni Luca Pacini, presidente dell'A.C. Maliseti - Bisogna trovare un giusto accordo, per esempio, pensando anche alla creazione di luoghi di aggregazione. Non si può realizzare un intervento del genere, facendo solo cemento».
«Sarebbe un'operazione che soffocherebbe Maliseti - aggiunge Pietro Bianchi, presidente del comitato "Insieme per Maliseti" - E' un bene che il Centro di Galceti venga valorizzato ma bisogna trovare i fondi europei. Ricordo che Maliseti ha un carcere e che la popolazione è sempre stata disposta a dare una mano, Maliseti non è un bastian contrario. Ma pensiamo ad altre strade: in collaborazione con la Regione Toscana, Prato potrebbe attingere ai finanziamenti europei con cui si fanno i progetti seri».
«Stiamo parlando di una delle poche aree vergini rimaste a ridosso dell'area protetta - ricorda Paolo Sambo, ex vicepresidente della commissione urbanistica della Circoscrizione Ovest e ora presidente del costituendo comitato - Maliseti non è contro l'ampliamento del Centro di Galceti, ma la sua valorizzazione deve avvenire attraverso altre strade, per esempio quella dei bandi europei, e non con una lottizzazione così forte a beneficio di investitori privati. Vorrei sottolineare anche che Maliseti è già densamente abitata, non potrebbe sopportare l'impatto sia a livello di vivibilità che di questione viaria. Già oggi la frazione soffre di una carenza di entrare e di uscite. Sulla tangenziale verrà poi costruito il nuovo ospedale. La sensazione è che si stiano strumentalizzando le esigenze del Centro di Galceti che sta a cuore a tutti per fare un maxi intervento».
Il progetto di edificare nella piana ai piedi del Monteferrato nella frazione di Maliseti, già presentato all'amministrazione comunale, incassa la contrarietà della frazione che in questi giorni si è mobilitata per organizzare due iniziative.
La prima è stata la raccolta firme per costituire il Comitato "Per Maliseti. No cemento!", rappresentato dal Circolo Arci Quinto Martini, A.C. Maliseti, comitato "Insieme per Maliseti", Misericordia sezione di Maliseti, Croce d'Oro sezione Maliseti-Prato Nord, Bocciodromo di Maliseti. Tanti gli altri nominativi che si stanno aggiungendo in questi giorni a sostegno del comitato. L'altra iniziativa è l'assemblea pubblica fissata per il 19 febbraio presso il Circolo Quinto Martini a Maliseti (alle 21).
Su Facebook in tre giorni sono arrivate oltre 1.000 adesioni trasversali al gruppo "Galceti libera dal cemento". Il grido che arriva dalla frazione è unanime: edificare in quell'area, l'unica della zona rimasta a verde, sarebbe uno scempio non solo per il Monteferrato ma anche per tutta la città di Prat. L'intervento di edificazione a cui, al momento, è legato il progetto del nuovo Centro di Scienze Naturali, potrebbe ridimensionarsi se l'amministrazione riuscisse a trovare i finanziamenti europei. Il Comune non ha i soldi per ampliare il Centro. L'intervento dei tre privati proprietari dell'area, garantirebbe la trasformazione del Centro di Galceti, con la "compensazione" però dell'investimento a Maliseti con un centinaio di appartamenti (300 quelli previsti inizialmente), un albergo-foresteria, una scuola ed una residenza protetta. Per il Centro di Galceti si parla di un passaggio dagli atuali 40mila visitatori l'anno a circa 400mila. Il maxi intervento potrebbe essere approvato prima di quanto sembri, considerato che Galceti ha necessità di opere urgenti e che la variante per il passaggio di quel terreno, 50 ettari da Maliseti al parco di Galceti, da agricolo a edificabile, potrebbe essere inserita in quella generale del piano strutturale sul quale la discussione dovrebbe ripartire a breve, quasi certamente all'indomani delle elezioni regionali.
Il dibattito a Maliseti è molto acceso. «Trovarsi tutti quegli appartamenti nell'unico punto verde che c'è a Maliseti sarebbe un duro colpo. Il paese ne risentirebbe - commenta Marco Zarro, responsabile della sezione locale della Croce d'Oro - Poi c'è la questione della viabilità in una realtà già sofferente su questo tema».
«Si va ad intaccare unaa delle parti più belle di Prato che è patrimonio di tutta la città e che, fra l'altro, in passato ha già dato molto - sottolinea l'ex-deputato Mauro Vannoni che vive a Maliseti Questo è uno spazio eccezionale che dà una buona qualità dell'abitare. Ma il nocimento sarebbe per tutta Prato. Se si vuole fare un progetto di ampliamento di Galceti che porti 400mila visitatori l'anno, allora quel progetto diventi quantomeno regionale. Si cerchino altri fondi. Nello specifico c'è anche un problema di carattere culturale: il tessuto connettivo delle frazioni è indispensabile per la tenuta della città, altrimenti si rischia di dare inizio a un processo di decomposizione. Anche per questo siamo contrari a questa realizzazione, senza se e senza ma, e chiediamo che l'amministrazione ci dica quali sono le sue reali intenzioni, sapendo che questa materia non è contrattabile».
Del costituendo comitato non poteva non far parte anche il presidente della Circoscrizione Ovest, Giovanni Mosca: «Va bene la riqualificazione del Centro di Galceti ma non ci può essere una contrattazione su Maliseti. Il rischio è il degrado anche sociale e culturale della frazione».
Sulla qustione il vicesindaco con delega all'ambiente, Goffredo Borchi, ha dato rassicurazioni: l'operazione, se mai andrà in porto, ha detto, saà trasparente e sarà condivisa con i cittadini.
Ma il no di Maliseti all'operazione rimane incondizionato. «Ci opponiamo ad una cementificazione selvaggia, senza criterio - commenta Gianni Luca Pacini, presidente dell'A.C. Maliseti - Bisogna trovare un giusto accordo, per esempio, pensando anche alla creazione di luoghi di aggregazione. Non si può realizzare un intervento del genere, facendo solo cemento».
«Sarebbe un'operazione che soffocherebbe Maliseti - aggiunge Pietro Bianchi, presidente del comitato "Insieme per Maliseti" - E' un bene che il Centro di Galceti venga valorizzato ma bisogna trovare i fondi europei. Ricordo che Maliseti ha un carcere e che la popolazione è sempre stata disposta a dare una mano, Maliseti non è un bastian contrario. Ma pensiamo ad altre strade: in collaborazione con la Regione Toscana, Prato potrebbe attingere ai finanziamenti europei con cui si fanno i progetti seri».
«Stiamo parlando di una delle poche aree vergini rimaste a ridosso dell'area protetta - ricorda Paolo Sambo, ex vicepresidente della commissione urbanistica della Circoscrizione Ovest e ora presidente del costituendo comitato - Maliseti non è contro l'ampliamento del Centro di Galceti, ma la sua valorizzazione deve avvenire attraverso altre strade, per esempio quella dei bandi europei, e non con una lottizzazione così forte a beneficio di investitori privati. Vorrei sottolineare anche che Maliseti è già densamente abitata, non potrebbe sopportare l'impatto sia a livello di vivibilità che di questione viaria. Già oggi la frazione soffre di una carenza di entrare e di uscite. Sulla tangenziale verrà poi costruito il nuovo ospedale. La sensazione è che si stiano strumentalizzando le esigenze del Centro di Galceti che sta a cuore a tutti per fare un maxi intervento».
giovedì 11 febbraio 2010
Baldanzi (Idv): «A Maliseti si annuncia una speculazione»
Italia dei Valori di Prato mette a segno il colpo e candida alle regionali Attilio Baldanzi, allenatore nazionale di mezzofondo, ex insegnante, ma soprattutto un ex cavallo di razza del Pci. «Il mio cuore batte a sinistra - racconta - E mi sono avvicinato a Italia dei Valori da un paio di anni perchè è l’unico partito che difende a oltranza i valori della Costituzione». Baldanzi ha una storia nella politica pratese. Entra in consiglio comunale nelle file del Pci con Landini; nel 1985 è assessore allo Sport nella giunta Lucarini. Quando il sindaco si dimette lo fa anche lui ma rientra nella prima giunta Martini come assessore al Bilancio e resta fino al 1990. Siede in consiglio, sempre col Pci, fino al 1995. Ma la svolta di Occhetto e la nascita del Pds lo allontanano. Dopo un brave passaggio in Rifondazione Comunista, esce definitivamente dalla politica. Sarà proprio il tema dei diritti - «uguali e per tutti» dice - uno dei temi della sua prossima campagna elettorale. «Premetto che ancora non ho la tessera di Idv ma mi sono sentito onorato quando mi hanno proposto di fare il capolista nella tornata delle Regionali. Farò la mia battaglia, sperando di riuscire a dare un contributo, anche sui temi dell’ambiente. Sono, infatti, molto preoccupato della speculazione che si annuncia a Maliseti».
"Il Tirreno": Un comitato e mille firme contro il cemento
L'articolo di Cristina Orsini pubblicato sul quotidiano "Il Tirreno":
Mille adesioni sul gruppo di facebook “Galceti libera dal cemento” creato da Marco Monzali. La costituzione di un comitato “misto”: cittadini ma anche istituzioni. Un’assemblea pubblica convocata per il 19 alle 21 al circolo Quinto Martini. Si stanno organizzando le truppe che non vogliono nuovo cemento su quei 20 ettari ai piedi del Monteferrato, a Maliseti, l’unica area ancora agricola.
Il progetto è quello firmato dall’architetto Stefano Bruno dello studio Bioarkt che prevede la riqualificazione complessiva del Centro di scienze naturali di Galceti: un progetto da circa 25 milioni in lotti successivi che prevede la costruzione di un museo ipogeo (tre piani interrati), un secondo polo, con serra annessa fuori terra, la realizzione del parco dei dinosauri e dalle fauna del quaternario. Tre privati cederebbero a prezzo di esproprio una trentina di ettari al Centro, provvederebbero alle opere necessarie, dunque si sobbarcherebbero tutti i costi, ma in cambio di una perequazione sul territorio di Maliseti: circa venti ettari - anche questi di loro proprietà - oggi agricoli e sui quali chiedono diritti edificatori ma a prezzo di mercato. Il risultato sarebbe la realizzazione - su un’area vasta circa tre ettari - di un centinaio di case a uno, due piani o tre piani, bioclimatiche, unifamiliari ciascuna con il giardino oltre a una scuola, una residenza protetta, un albergo.
Una prima valutazione del progetto è stata fatta in una riunione, l’altra sera, in Circoscrizione ovest, presenti il presidente Giovanni Mosca, i componenti della commissione urbanistica del Comune Massimo Carlesi, Matteo Biffoni e Nicola Oliva e l’ex assessore all’Urbanistica Stefano Ciuoffo. La premessa è chiara: «Non si possono fare baratti con il territorio». Secondo Ciuoffo «il Pd dovrà certamente farsi carico delle istanze dei cittadini e portarli nelle sedi opportune ma dovrà anche trattare la questione della pianificazione per quello che è: una visione unitaria delle esigenze della città con una valutazione complessiva di cosa possa sopportare il territorio. Non ci può essere un privato che decide. Altrimenti l’amministrazione pubblico abdica al suo ruolo». «Anche perché - ha continuato Ciuffo - per il momento è impossibile valutare concretamente l’impatto dell’intervento. Quello che è certo è che anche l’area, a nord della Bardena, sulla quale verrà costruito il nuovo centro è ambientalmente delicatissima ed è da valutare bene se sia in grado di sopportare le opere in mano pubblica». Un no secco è venuto anche dai componenti della commissione urbanistica.
A livello di territorio e non solo, la lotta al progetto del borgo di Maliseti verrà affidata a un comitato: “Per Maliseti, no cemento” costituito ieri - le firme si stanno raccogliendo - e al quale partecipano l’Arci Maliseti, A.C. Maliseti, il comitato “Insieme per Maliseti”, la sezione della Misericordia, la Croce d’oro, il Bocciodromo. Il presidente sarà Paolo Sambo, ma tra i primi firmatari c’è anche Mosca. «Non abbiamo nulla contro la riqualificazione del Centro di Galceti - dice - ma le risorse devono essere trovate in altro modo, certamente non in cambio di una lottizzazione in mano a privati».
Mille adesioni sul gruppo di facebook “Galceti libera dal cemento” creato da Marco Monzali. La costituzione di un comitato “misto”: cittadini ma anche istituzioni. Un’assemblea pubblica convocata per il 19 alle 21 al circolo Quinto Martini. Si stanno organizzando le truppe che non vogliono nuovo cemento su quei 20 ettari ai piedi del Monteferrato, a Maliseti, l’unica area ancora agricola.
Il progetto è quello firmato dall’architetto Stefano Bruno dello studio Bioarkt che prevede la riqualificazione complessiva del Centro di scienze naturali di Galceti: un progetto da circa 25 milioni in lotti successivi che prevede la costruzione di un museo ipogeo (tre piani interrati), un secondo polo, con serra annessa fuori terra, la realizzione del parco dei dinosauri e dalle fauna del quaternario. Tre privati cederebbero a prezzo di esproprio una trentina di ettari al Centro, provvederebbero alle opere necessarie, dunque si sobbarcherebbero tutti i costi, ma in cambio di una perequazione sul territorio di Maliseti: circa venti ettari - anche questi di loro proprietà - oggi agricoli e sui quali chiedono diritti edificatori ma a prezzo di mercato. Il risultato sarebbe la realizzazione - su un’area vasta circa tre ettari - di un centinaio di case a uno, due piani o tre piani, bioclimatiche, unifamiliari ciascuna con il giardino oltre a una scuola, una residenza protetta, un albergo.
Una prima valutazione del progetto è stata fatta in una riunione, l’altra sera, in Circoscrizione ovest, presenti il presidente Giovanni Mosca, i componenti della commissione urbanistica del Comune Massimo Carlesi, Matteo Biffoni e Nicola Oliva e l’ex assessore all’Urbanistica Stefano Ciuoffo. La premessa è chiara: «Non si possono fare baratti con il territorio». Secondo Ciuoffo «il Pd dovrà certamente farsi carico delle istanze dei cittadini e portarli nelle sedi opportune ma dovrà anche trattare la questione della pianificazione per quello che è: una visione unitaria delle esigenze della città con una valutazione complessiva di cosa possa sopportare il territorio. Non ci può essere un privato che decide. Altrimenti l’amministrazione pubblico abdica al suo ruolo». «Anche perché - ha continuato Ciuffo - per il momento è impossibile valutare concretamente l’impatto dell’intervento. Quello che è certo è che anche l’area, a nord della Bardena, sulla quale verrà costruito il nuovo centro è ambientalmente delicatissima ed è da valutare bene se sia in grado di sopportare le opere in mano pubblica». Un no secco è venuto anche dai componenti della commissione urbanistica.
A livello di territorio e non solo, la lotta al progetto del borgo di Maliseti verrà affidata a un comitato: “Per Maliseti, no cemento” costituito ieri - le firme si stanno raccogliendo - e al quale partecipano l’Arci Maliseti, A.C. Maliseti, il comitato “Insieme per Maliseti”, la sezione della Misericordia, la Croce d’oro, il Bocciodromo. Il presidente sarà Paolo Sambo, ma tra i primi firmatari c’è anche Mosca. «Non abbiamo nulla contro la riqualificazione del Centro di Galceti - dice - ma le risorse devono essere trovate in altro modo, certamente non in cambio di una lottizzazione in mano a privati».
mercoledì 10 febbraio 2010
Si è costituito il comitato!
Nasce il Comitato cittadino “Per Maliseti. No cemento!”, contro il progetto di nuova lottizzazione tra Maliseti e Galceti (centinaia di appartamenti e strutture ricettive per oltre 60mila metri cubi di cemento). Il Comitato è stato costituito ieri dai rappresentanti di tutte le realtà associative della frazione (Circolo ARCI “Quinto Martini”, A.C. Maliseti, comitato “Insieme per Maliseti”, Misericordia sezione di Maliseti, Croce d’Oro sezione di Maliseti-Prato Nord, Bocciodromo di Maliseti): Giuliano Bartoli, Pietro Bianchi, Orlando Gineprini, Umberto Mati, Giovanni Mosca, Gianni Luca Pacini, Paolo Sambo, Mauro Vannoni e Marco Zarro. Presidente del comitato è Paolo Sambo.
Il Comitato intende promuovere ogni iniziativa utile e necessaria finalizzata a contrastare il progetto di realizzazione di nuove costruzioni nei terreni attualmente a destinazione agricola ai piedi del Monteferrato compresi tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti. L’iniziativa è aperta a chiunque condivida i principi ispiratori del Comitato: l’area interessata è infatti un patrimonio di tutta la città.
«Il Comitato – spiegano i promotori – riconosce l’importante lavoro svolto da Gilberto e Deanna Tozzi e condivide l’esigenza di migliorare l’attuale sede del Centro di Scienze Naturali, ma ritiene che le risorse necessarie debbano essere individuate attraverso altre forme di finanziamento e certamente non in cambio di una pesante lottizzazione a beneficio di privati in un territorio immediatamente a ridosso dell’area protetta del Monteferrato. Il progetto, oltre a compromettere per sempre uno dei patrimoni ambientali e paesaggistici della città, avrebbe conseguenze devastanti sul piano della viabilità e della qualità della vita nella frazione di Maliseti. L’area deve mantenere la sua connotazione agricola – conclude il Comitato – non un solo metro cubo di cemento deve intaccare uno degli ultimi corridoi ecologici salvavita rimasti in una piana già densamente urbanizzata».
Il Comitato ha già avviato una raccolta firme nella frazione ed ha organizzato un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza in programma venerdì 19 febbraio alle ore 21:00 al Circolo Arci "Quinto Martini" in via Montalese 338 a Maliseti.
Il Comitato intende promuovere ogni iniziativa utile e necessaria finalizzata a contrastare il progetto di realizzazione di nuove costruzioni nei terreni attualmente a destinazione agricola ai piedi del Monteferrato compresi tra via Coppola, via del Gorello e via S.Martino per Galceti. L’iniziativa è aperta a chiunque condivida i principi ispiratori del Comitato: l’area interessata è infatti un patrimonio di tutta la città.
«Il Comitato – spiegano i promotori – riconosce l’importante lavoro svolto da Gilberto e Deanna Tozzi e condivide l’esigenza di migliorare l’attuale sede del Centro di Scienze Naturali, ma ritiene che le risorse necessarie debbano essere individuate attraverso altre forme di finanziamento e certamente non in cambio di una pesante lottizzazione a beneficio di privati in un territorio immediatamente a ridosso dell’area protetta del Monteferrato. Il progetto, oltre a compromettere per sempre uno dei patrimoni ambientali e paesaggistici della città, avrebbe conseguenze devastanti sul piano della viabilità e della qualità della vita nella frazione di Maliseti. L’area deve mantenere la sua connotazione agricola – conclude il Comitato – non un solo metro cubo di cemento deve intaccare uno degli ultimi corridoi ecologici salvavita rimasti in una piana già densamente urbanizzata».
Il Comitato ha già avviato una raccolta firme nella frazione ed ha organizzato un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza in programma venerdì 19 febbraio alle ore 21:00 al Circolo Arci "Quinto Martini" in via Montalese 338 a Maliseti.
domenica 7 febbraio 2010
Pd Ovest: «Nessuna cementificazione nell’area verde di Maliseti»
«L’espansione della città verso ovest rende necessaria una attenta valutazione delle necessità ambientali e di infrastrutture per questo territorio. Infatti dalle scelte future in tema ambiente e quindi sostenibilità, si delineeranno i contorni di opportunità e vivibilità che questa fetta di territorio offrirà ai suoi abitanti..In questo contesto sarà determinante la valorizzazione di corridoi ecologici quali ad esempio le aree verdi e agricole a ridosso l’area protetta del Monteferrato, che rappresentano una ricchezza irrinunciabile anche in termini di vivibilità’ degli insediamenti vicini....”
Questo è un passo del programma del Pd di Prato ovest fatto la primavera scorsa, che previene il progetto di lottizzazione dell’area verde a ridosso di Maliseti. In tempi non sospetti indicavamo strategico questo polmone verde fra la vecchia strada per Galceti ed il Monteferrato, il carcere e Maliseti. Cementificare quest’area comporterebbe un aggravio insostenibile sia per la viabilità, che per l’ambiente ed i servizi al cittadino, che diverrebbero insufficenti. Il Pd di Prato ovest è totalmente a fianco dei cittadini di Maliseti e pronto ad intraprendere una battaglia per un’area verde attraversata dalla ciclabile che tocca tutto il nostro territorio. Convocheremo martedì un coordinamento di tutti gli amministratori e circoli del territorio per intraprendere un’azione comune. E’ certo che le poche cose che il comune stà producendo denotano una profonda mancanza di idee e progetti.
Fabio Colzi - Coordinatore PD Prato ovest
Questo è un passo del programma del Pd di Prato ovest fatto la primavera scorsa, che previene il progetto di lottizzazione dell’area verde a ridosso di Maliseti. In tempi non sospetti indicavamo strategico questo polmone verde fra la vecchia strada per Galceti ed il Monteferrato, il carcere e Maliseti. Cementificare quest’area comporterebbe un aggravio insostenibile sia per la viabilità, che per l’ambiente ed i servizi al cittadino, che diverrebbero insufficenti. Il Pd di Prato ovest è totalmente a fianco dei cittadini di Maliseti e pronto ad intraprendere una battaglia per un’area verde attraversata dalla ciclabile che tocca tutto il nostro territorio. Convocheremo martedì un coordinamento di tutti gli amministratori e circoli del territorio per intraprendere un’azione comune. E’ certo che le poche cose che il comune stà producendo denotano una profonda mancanza di idee e progetti.
Fabio Colzi - Coordinatore PD Prato ovest
Sinistra RossoVerde: «Il territorio non va svenduto»
Il territorio non si svende per una verniciatina di verde sul grigiocemento! Coerentemente con quanto sempre sostenuto dal nostro movimento, ci opporremo a qualsiasi forma di ‘baratto’ che veda protagonista il cemento! Prato non ha certo bisogno di altro ‘grigio’, piuttosto di recuperare anche aree oggi cementificate all’ambiente e alla natura. Non vediamo, infatti, quale sarebbe il lato positivo dell’estensione dell’area del Centro di Scienze Naturali, a fronte dell’utilizzo di terreni oggi destinati a produzioni agricole piuttosto che incolti per l’ennesima speculazione edilizia e l’ennesimo depauperamento del territorio!
Sinistra RossoVerde Prato
Sinistra RossoVerde Prato
sabato 6 febbraio 2010
Primavera di Prato: «No alla serra del cemento sul Monteferrato»
Altro che piste ciclabili, vicesindaco Borchi! (Si ricorda?)
Altro che tutela dell'ambiente! Questa giunta dichiara di essere contro il termovalorizzatore a Pantanelle, e poi strizza l'occhio alla cementificazione del Monferrato e zone limitrofe con un progetto che trasforma il Centro Naturale di Galceti in Disneyland cementil-affaristico mascherato di ambientalismo e buone intenzioni. Primavera di Prato si opporrà a qualsiasi disegno di cementificazione sul Monteferrato.
Altro che tutela dell'ambiente! Questa giunta dichiara di essere contro il termovalorizzatore a Pantanelle, e poi strizza l'occhio alla cementificazione del Monferrato e zone limitrofe con un progetto che trasforma il Centro Naturale di Galceti in Disneyland cementil-affaristico mascherato di ambientalismo e buone intenzioni. Primavera di Prato si opporrà a qualsiasi disegno di cementificazione sul Monteferrato.
venerdì 5 febbraio 2010
Mosca dichiara guerra: «Non passeranno»
Ferma presa di posizione del Presidente della Circoscrizione Ovest Giovanni Mosca: «Non passeranno». L'articolo pubblicato ieri su "Il Tirreno":
Il piano d’azione è stato messo a punto l’altra sera in una riunione al circolo di Maliseti: coinvolgimento del Pd della circoscrizione Ovest per un’opposizione serrata e se non basta la creazione di un comitato di cittadini «al quale - dice il presidente Giovanni Mosca - non potrò non fare parte». Guerra senza quartiere della frazione al progetto che coinvolgerà l’area di Maliseti ai piedi del Monteferrato, una porzione di terreno di una ventina di ettari tra via San Martino per Galceti, via Gorello e via Coppola, l’ultimo spazio non edificato di quella parte di città. Il “non passeranno” è più che netto, perché il progetto è giudicato «faraonico», perché «è compito dell’amministrazione - spiega Mosca - salvaguardare l’ambiente e il paesaggio soprattutto in una realtà come quella pratese caratterizzata da un’elevata urbanizzazione. Ci saremmo aspettati, semmai, l’estensione dell’area protetta del Monteferrato e non la decisione di caricare di metri cubi di cemento i terreni immediatamente limitrofi».
Le ragioni del “no” però sono anche altre: la densità abitativa della frazione, certamente, ma soprattutto l’assetto della strade. «Cento appartamenti, un albergo e tutto il resto - aggiunge il presidente della Circoscrizione - avrebbero un impatto devastante sul sistema viario della frazione e in generale della tangenziale, anche in previsione della costruzione del nuovo ospedale». E conclude: «Maliseti è riuscita a mantenere, nonostante i problemi, una certa identità. Ma ha bisogno di investimenti per il recupero dell’esistente, mi riferisco a vecchie case e agli stanzoni, non certo di speculazioni che non porteranno alcun beneficio alla popolazione residente». Contro la lottizzazione è in calendario un’assemblea pubblica. La guerra è dichiarata.
Il piano d’azione è stato messo a punto l’altra sera in una riunione al circolo di Maliseti: coinvolgimento del Pd della circoscrizione Ovest per un’opposizione serrata e se non basta la creazione di un comitato di cittadini «al quale - dice il presidente Giovanni Mosca - non potrò non fare parte». Guerra senza quartiere della frazione al progetto che coinvolgerà l’area di Maliseti ai piedi del Monteferrato, una porzione di terreno di una ventina di ettari tra via San Martino per Galceti, via Gorello e via Coppola, l’ultimo spazio non edificato di quella parte di città. Il “non passeranno” è più che netto, perché il progetto è giudicato «faraonico», perché «è compito dell’amministrazione - spiega Mosca - salvaguardare l’ambiente e il paesaggio soprattutto in una realtà come quella pratese caratterizzata da un’elevata urbanizzazione. Ci saremmo aspettati, semmai, l’estensione dell’area protetta del Monteferrato e non la decisione di caricare di metri cubi di cemento i terreni immediatamente limitrofi».
Le ragioni del “no” però sono anche altre: la densità abitativa della frazione, certamente, ma soprattutto l’assetto della strade. «Cento appartamenti, un albergo e tutto il resto - aggiunge il presidente della Circoscrizione - avrebbero un impatto devastante sul sistema viario della frazione e in generale della tangenziale, anche in previsione della costruzione del nuovo ospedale». E conclude: «Maliseti è riuscita a mantenere, nonostante i problemi, una certa identità. Ma ha bisogno di investimenti per il recupero dell’esistente, mi riferisco a vecchie case e agli stanzoni, non certo di speculazioni che non porteranno alcun beneficio alla popolazione residente». Contro la lottizzazione è in calendario un’assemblea pubblica. La guerra è dichiarata.
"Il Tirreno": Maxi intervento su Maliseti e Galceti
L'articolo di Cristina Orsini pubblicato ieri sul quotidiano "Il Tirreno":
Cinquanta ettari di terreni, metro più metro meno, da Maliseti al parco di Galceti. Ha queste dimensioni il maxiintervento, già presentato all’amministrazione comunale da tre privati su progetto dell’architetto Stefano Bruno, e che si giocherà - se andrà in porto - su due aree diverse ma attigue della città: Maliseti e Galceti, entrambe delicatissime.
Mossa e contromossa per realizzare il nuovo, tecnologicamente all’avanguardia, Centro di scienze naturali e contemporaneamente, grazie ai meccanismi della perequazione, edificare quella vasta piana ai piedi del Monteferrato che ricade sul territorio di Maliseti. Da una parte cioè i privati si fanno carico degli onori e degli oneri della trasformazione del centro che già attualmente è visitato da 40mila persone l’anno, regalando nuovi terreni e provvedendo la loro edificazione e dall’altra provano a rientrare dall’investimento con una lottizzazione di tutto rispetto a Maliseti (anche questa su terreni di proprietà) che prevede case ma anche strutture di servizio pubblico. Vediamo nel dettaglio.
L’intervento a Galceti. Il progetto - realizzato gratuitamente, per ora, da Bruno e con la consulenza tecnico-scientifica del direttore del centro Gilberto Tozzi - prevede come prima mossa l’acquisizione gratuita di circa 30 ettari di campi da trasformare in parco. Complessivamente l’area del centro dai 18 ettari attuali arriverebbe così a quasi 50. All’interno - i lavori sono previsti per lotti - si andrebbe dalla messa in sicurezza dell’esistente e alla realizzazione delle nuove strutture. In primo luogo i due blocchi museali. Il primo di tre piani completamente interrati così da evitare qualsiasi impatto nell’ambiente. All’interno oltre le sale per le esposizioni un auditorium da circa 1500 persone, bar, un ristorante dal 700 coperti, negozi per lo shopping e un acquario di acqua dolce con la fauna regionale. Oltre al museo ipogeo un altro spazio, fuori terra questa volta, collegato ad un “tepidarium”, una sorta di serra che conterrà la fauna esotica che il centro reccoglie e cura e le piante che hanno necessità di vivere in ambiente climatizzato e umido. Di fianco nascerà la serra delle farfalle. Assieme alle sale espositive, nell’edificio, sono previsti il centro meteo, con i terminali per il monitoraggio dell’intera provincia e sull’apice il nuovo osservatorio astronomico con trecento posti a sedere. Non mancherà, ovviamente, il nuovo planetarium. Poi un “chicca”: nei cinque ettari di terreno già di proprietà del Comune, il Centro ha intenzione di realizzare il “parco dei dinosauri”, ovvero l’area nella quale mettere in mostra la fauna del Quaternario che viveva nella piana: tigri a sciabola, elefanti, rinoceronti col vello. Il tutto per un investimento tra i 25 e i 30 milioni di euro che prevede anche strutture in bioarchitettura e l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Previsti - a regime, se mai il progetto andrà in porto - tra i 350 e i 400mila visitatori all’anno.
Case e non solo a Maliseti. Il meccanismo proposto dai privati, disponibili a riversare una valanga di milioni per valorizzare i terreni sul versante Galceti, prevede un altrettanto remunerativo intervento sul versante Maliseti. Da realizzare contemporaneamente o quasi. I terreni, oggi a destinazione agricola, sono già dei tre privati che chiedono di perequare ottenendo, sull’area di piedi del Monteferrato, una capacità edificatoria se non pari ai 20-30 milioni da spendere sul Centro, almeno consistente. Per realizzare cosa? Almeno 50mila metro cubi di abitazioni (pari a circa un centinaio di appartamenti), un albergo-foresteria per 100-120 persone che verrebbe destinato ai visitatori del centro di Galceti, una scuola e una struttura di edilizia protetta. L’area che gli edifici occuperebbero sarebbe di tre ettari, gli altri 18 ettari sarebbero trasformati in parco didattico.
Un po’ di storia. L’enorme lottizzazione a Maliseti è stata ridimensionata rispetto ai volumi iniziali, di circa i due terzi. Perché il progetto non è nuovo ma è datato 2006 quando venne presentato e “congelato” per essere messo, sostanziosamente “tagliato”, eventualmente nella variante generale del nuovo piano strutturale dall’allora giunta Romagnoli. Ridimensionamento preteso anche dall’attuale amministrazione: eccessivo l’impatto della nuova cittadella (gli appartamenti a Maliseti inizialmente erano 300). Il “no” è stato ribadito dal vicesindaco con delega all’Ambiente Goffredo Borchi (allora membro della commissione urbanistica) e confermato dall’assessore all’Urbanistica Gianni Cenni che ben presto - forse la prossima settimana - incontrerà il progettista dell’intervento. «Se pure non si può pensare di fare la riqualificazione del centro di Galceti, che ha comunque necessità di opere urgenti, con i soldi del Comune - spiega Borchi - è comunque necessario pensare a un progetto di minor impatto su un’area tanto delicata come quella ai piedi del Monteferrato». Secondo il vicesindaco «non c’è alcuna necesità di fare un investimento così forte sul Centro di scienze naturali. Per il nuovo museo - dice - basteranno 6,7 milioni di euro. Da valutare anche - aggiunge - la possibilità che anche l’amministrazione pubblica metta qualcosa e quanti finanziamenti riusciremo a reperire dall’Europa». Una cosa è certa, secondo Borchi: «Se la cosa si farà dovrà avere la massima trasparenza e la condivisione dei cittadini».
Cinquanta ettari di terreni, metro più metro meno, da Maliseti al parco di Galceti. Ha queste dimensioni il maxiintervento, già presentato all’amministrazione comunale da tre privati su progetto dell’architetto Stefano Bruno, e che si giocherà - se andrà in porto - su due aree diverse ma attigue della città: Maliseti e Galceti, entrambe delicatissime.
Mossa e contromossa per realizzare il nuovo, tecnologicamente all’avanguardia, Centro di scienze naturali e contemporaneamente, grazie ai meccanismi della perequazione, edificare quella vasta piana ai piedi del Monteferrato che ricade sul territorio di Maliseti. Da una parte cioè i privati si fanno carico degli onori e degli oneri della trasformazione del centro che già attualmente è visitato da 40mila persone l’anno, regalando nuovi terreni e provvedendo la loro edificazione e dall’altra provano a rientrare dall’investimento con una lottizzazione di tutto rispetto a Maliseti (anche questa su terreni di proprietà) che prevede case ma anche strutture di servizio pubblico. Vediamo nel dettaglio.
L’intervento a Galceti. Il progetto - realizzato gratuitamente, per ora, da Bruno e con la consulenza tecnico-scientifica del direttore del centro Gilberto Tozzi - prevede come prima mossa l’acquisizione gratuita di circa 30 ettari di campi da trasformare in parco. Complessivamente l’area del centro dai 18 ettari attuali arriverebbe così a quasi 50. All’interno - i lavori sono previsti per lotti - si andrebbe dalla messa in sicurezza dell’esistente e alla realizzazione delle nuove strutture. In primo luogo i due blocchi museali. Il primo di tre piani completamente interrati così da evitare qualsiasi impatto nell’ambiente. All’interno oltre le sale per le esposizioni un auditorium da circa 1500 persone, bar, un ristorante dal 700 coperti, negozi per lo shopping e un acquario di acqua dolce con la fauna regionale. Oltre al museo ipogeo un altro spazio, fuori terra questa volta, collegato ad un “tepidarium”, una sorta di serra che conterrà la fauna esotica che il centro reccoglie e cura e le piante che hanno necessità di vivere in ambiente climatizzato e umido. Di fianco nascerà la serra delle farfalle. Assieme alle sale espositive, nell’edificio, sono previsti il centro meteo, con i terminali per il monitoraggio dell’intera provincia e sull’apice il nuovo osservatorio astronomico con trecento posti a sedere. Non mancherà, ovviamente, il nuovo planetarium. Poi un “chicca”: nei cinque ettari di terreno già di proprietà del Comune, il Centro ha intenzione di realizzare il “parco dei dinosauri”, ovvero l’area nella quale mettere in mostra la fauna del Quaternario che viveva nella piana: tigri a sciabola, elefanti, rinoceronti col vello. Il tutto per un investimento tra i 25 e i 30 milioni di euro che prevede anche strutture in bioarchitettura e l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Previsti - a regime, se mai il progetto andrà in porto - tra i 350 e i 400mila visitatori all’anno.
Case e non solo a Maliseti. Il meccanismo proposto dai privati, disponibili a riversare una valanga di milioni per valorizzare i terreni sul versante Galceti, prevede un altrettanto remunerativo intervento sul versante Maliseti. Da realizzare contemporaneamente o quasi. I terreni, oggi a destinazione agricola, sono già dei tre privati che chiedono di perequare ottenendo, sull’area di piedi del Monteferrato, una capacità edificatoria se non pari ai 20-30 milioni da spendere sul Centro, almeno consistente. Per realizzare cosa? Almeno 50mila metro cubi di abitazioni (pari a circa un centinaio di appartamenti), un albergo-foresteria per 100-120 persone che verrebbe destinato ai visitatori del centro di Galceti, una scuola e una struttura di edilizia protetta. L’area che gli edifici occuperebbero sarebbe di tre ettari, gli altri 18 ettari sarebbero trasformati in parco didattico.
Un po’ di storia. L’enorme lottizzazione a Maliseti è stata ridimensionata rispetto ai volumi iniziali, di circa i due terzi. Perché il progetto non è nuovo ma è datato 2006 quando venne presentato e “congelato” per essere messo, sostanziosamente “tagliato”, eventualmente nella variante generale del nuovo piano strutturale dall’allora giunta Romagnoli. Ridimensionamento preteso anche dall’attuale amministrazione: eccessivo l’impatto della nuova cittadella (gli appartamenti a Maliseti inizialmente erano 300). Il “no” è stato ribadito dal vicesindaco con delega all’Ambiente Goffredo Borchi (allora membro della commissione urbanistica) e confermato dall’assessore all’Urbanistica Gianni Cenni che ben presto - forse la prossima settimana - incontrerà il progettista dell’intervento. «Se pure non si può pensare di fare la riqualificazione del centro di Galceti, che ha comunque necessità di opere urgenti, con i soldi del Comune - spiega Borchi - è comunque necessario pensare a un progetto di minor impatto su un’area tanto delicata come quella ai piedi del Monteferrato». Secondo il vicesindaco «non c’è alcuna necesità di fare un investimento così forte sul Centro di scienze naturali. Per il nuovo museo - dice - basteranno 6,7 milioni di euro. Da valutare anche - aggiunge - la possibilità che anche l’amministrazione pubblica metta qualcosa e quanti finanziamenti riusciremo a reperire dall’Europa». Una cosa è certa, secondo Borchi: «Se la cosa si farà dovrà avere la massima trasparenza e la condivisione dei cittadini».
Iscriviti a:
Post (Atom)