L'articolo di Leonardo Biagiotti pubblicato sul quotidiano "La Nazione":
Le firme ci sono, il progetto definitivo ancora no. A Maliseti è scoppiata la guerra del mattone, ovvero una protesta diffusa portata avanti dal comitato "Per Maliseti. No cemento!" promosso fra gli altri dal presidente del quartiere Giovanni Mosca, dall’ex consigliere di circoscrizione Paolo Sambo, che ne è il presidente, dall’ex deputato Mauro Vannoni e da alcuni cittadini come i presidenti di Misericordia e Croce d’oro ed i rappresentanti dell’Ac Maliseti, del bocciodromo, del comitato Insieme per Maliseti e del circolo Arci. In poche ore hanno raccolto 750 firme (e migliaia di adesioni su Facebook), fra le quali quella del parroco del paese, per dire no ad «un progetto di cementificazione massiccia con centinaia di case» che prenderebbe vita tra via Coppola, via del Gorello e via San Martino per Galceti.
Il condizionale però è d’obbligo perché il progetto per ora è sospeso, basta ascoltare il vice sindaco e assessore all’ambiente Goffredo Borchi: «Così com’è impostato quel piano non vedrà mai la luce — ha detto ieri — tant’è che abbiamo chiesto al progettista di ripresentarlo riducendo considerevolmente le volumetrie. Questa protesta è pretestuosa, un processo alle intenzioni». Dove sta, allora, la verità? La questione è complessa. Attualmente è fermo in Comune da un bel po’ un piano che prevede la costruzione di 100 appartamenti e altri edifici («c’è anche un albergo», protestano da Maliseti) in un terreno privato a ridosso dell’area protetta del Monteferrato. Un piano già presentato alla vecchia amministrazione e bloccato per il troppo cemento. La nuova giunta in questi mesi l’ha rimesso sotto la lente cercando di capire, parole di Borchi, «se è possibile trovare un equilibrio tra l’interesse pubblico e quello privato», un compito che sta portando avanti anche il titolare dell’urbanistica Gianni Cenni.
Residenti ed esponenti politici di Maliseti non hanno gradito questo rinnovato interesse perché considerano «la lottizzazione insostenibile», anche se Borchi ha ribadito ieri che in effetti «i volumi sono eccessivi» e per questo è in corso una trattativa con proprietà e progettista per arrivare, eventualmente, ad una nuova soluzione che non violenti il territorio. Il comitato però va avanti e per venerdì alle 21 ha convocato un’assemblea pubblica al circolo Arci Quinto Martini. Perche’ la giunta si è interessata di nuovo al progetto esponendosi alle proteste? Perché da lì potrebbe arrivare una parte dei soldi, tramite gli oneri di urbanizzazione, per realizzare la nuova sede del Centro di Scienze Naturali. Non solo, ai privati il Comune ha chiesto anche un’area verde e una colonica, da ristrutturare a spese della proprietà attuale, da adibire a sede provvisoria del centro se l’amministrazione, e questo è un altro fronte, troverà l’accordo con la Curia per lasciare la sede storica.
L’attuale edificio che ospita il Centro di Scienze Naturali, infatti, appartiene alla Chiesa che sarebbe interessata a riprenderlo. Il Comune chiede però di avere una parte dei terreni, sempre della Curia, che si trovano sotto l’edificio, un altro pezzo del futuro, maxi centro di Galceti. C’era già un accordo preliminare ma ora sono sorti problemi. Ieri Borchi ha incontrato il vicario del vescovo e il tecnico di riferimento della Curia, ma per ora le parti restano distanti e quindi sulla lottizzazione di Maliseti c’è un altro punto interrogativo. A conti fatti, dunque, di sicuro ci sono solo le firme.
martedì 16 febbraio 2010
"La Nazione": Niente cemento e case a Maliseti
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