lunedì 22 febbraio 2010

Calissi: «Il futuro del Centro di Galceti non si risolve cementificando»

Interessante intervista di Alessandro Pattume a Massimo Calissi, presidente (dimissionario) della Fondazione Centro di Scienze Naturali di Prato, pubblicata il 21 febbraio 2010 sul quotidiano "Il Tirreno":

«Il progetto dell’architetto Bruno della Bioarkt non ci è mai piaciuto. Nell’ultimo colloquio con i proprietari del terreno chiedemmo espressamente loro che ci venisse venduto il terreno accanto al Centro: avremmo poi cercato i fondi per costruire lì, nella casa colonica abbandonata, la nuova sede del Centro di Scienze Naturali...»

Il Centro di Scienze naturali di Galceti sarà costretto a chiudere i battenti al massimo nel 2012. E’ l’altra faccia della bufera scatenatasi intorno al progetto su Maliseti dell’architetto Bruno della Bioarkt. «Un progetto furbo dal punto di vista imprenditoriale - spiega il presidente dimissionario del centro di Galceti Massimo Calissi - ma cui noi abbiamo sempre detto di no». Massimo Calissi, dimessosi nel giugno scorso da presidente del Centro di Galceti e non ancora sostituito dall’amministrazione, ripercorre a ritroso l’iter di un progetto cominciato più di due anni fa. Ma prima spiega la situazione degradata del Centro di Galceti. «Il Centro chiuderà in due anni se non troverà presto un’altra sede anche solo a livello di progetto attuativo. Innanzitutto per la sede per cui paghiamo l’affitto alla Curia, uno stabile senza riscaldamento di cui i proprietari, sinceramente, paiono disinteressarsi. Uno stabile - aggiunge Calissi - tempestato poi di barriere architettoniche e di conseguenza non in regola con le normative vigenti in materia. In questo momento quindi, il Centro di Galceti, privo com’è di qualsiasi tipo di investimento pubblico o privato, si può permettere solo di accogliere gli animali e fornire qualche consulenza sul territorio».

Il progetto. «L’architetto Bruno ci portò di sua iniziativa, senza cioè che venisse sborsato un euro, il progetto per la riqualificazione della zona. Era un progetto che interessava quello che a tutti gli effetti è ancora un terreno brullo, senza un albero, un terreno agricolo rimasto incolto da tempo immemore - spiega Calissi - ma era anche un progetto molto furbo dal punto di vista imprenditoriale. Prevedeva la costruzione di case per 1400 persone e la costruzione gratuita, grazie agli oneri edilizi, della nuova sede per il Centro, di un parco e di una piccola foresteria. Io mi opposi e si opposero anche gli assessori Curcio e Ciuoffo, che posero dei “paletti” ben precisi - racconta Calissi - così Bruno ripresentò il progetto in forma ridotta, con la costruzione di case per 600 persone. Ci opponemmo ancora e nell’ultimo colloquio con i proprietari del terreno chiedemmo espressamente loro che ci venisse venduto il terreno accanto al Centro: avremmo poi cercato i fondi per costruire lì, nella casa colonica abbandonata, la nuova sede del Centro di Scienze Naturali. In cambio noi promettevamo che quando ci sarebbero state le condizioni avremmo preso in considerazione il progetto - conclude - quindi il progetto non è mai stato approvato perchè non ci è mai piaciuto».


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